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Indagato magistrato tifoso del Torino, avrebbe occultato prove contro il giocatore Demba Seck

Su La Stampa. L’accusa è di “frode in processo penale e depistaggio”. L’ex ragazza presentò denuncia di revenge porn, il pm avrebbe cancellato il video

Indagato magistrato tifoso del Torino, avrebbe occultato prove contro il giocatore Demba Seck
Mp Firenze 21/01/2023 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Torino / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Demba Seck-Antonin Barack

Può il tifo annebbiare al punto da indurre un magistrato a occultare le prove a carico di un calciatore della propria squadra del cuore? La domanda sorge spontanea leggendo – da La Stampa – le cronache relative all’inchiesta aperta dalla Procura di Milano nei confronti del pm di Torino Enzo Bucarelli accusato di “frode in processo penale e depistaggio”. Un’accusa grave che, se confermata, può essere punita con pene fino a 12 anni di reclusione”, scrive il quotidiano torinese.

Il titolo scelto da La Stampa è “Pm ultrà”.

Bucarelli è uno sfegatato tifoso del Torino. Alle pareti della sua stanza ha appesa la foto della leggendaria squadra di Valentino Mazzola.

La vicenda riguarda la denuncia della ex fidanzata dell’attaccante senegalese del Torino, Demba Seck, che accusa il calciatore di revenge porn.

Scrive La Stampa:

Non accettando la fine della relazione, l’attaccante ventiduenne avrebbe minacciato la ragazza di diffondere un video che immortalava momenti intimi della coppia. Un filmato che peraltro Seck avrebbe inviato alla presunta vittima, e che quest’ultima avrebbe depositato con l’esposto. 

Il pm decide di perquisire l’appartamento del calciatore. Secondo La Stampa

Da quel che emerge, ma è tutto da confermare, Bucarelli avrebbe avvisato l’agente di Seck. Tanto che all’arrivo di Gdf e carabinieri, in casa del calciatore del Toro sarebbero già stati presenti i suoi legali.

Con gli investigatori, a perquisire Seck si è presentato anche Bucarelli che, davanti agli occhi increduli di carabinieri e Gdf, avrebbe cancellato il video incriminato dal cellulare del calciatore. Non solo dalla memoria dello smartphone. Anche dalla cronologia delle chat, in cui il ventiduenne aveva già inviato ad alcuni amici il filmato. 

La Guardia di Finanza ha quindi presentato alla procuratrice vicaria una relazione sull’accaduto.

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