Al CorSport: «è un grandissimo allenatore, non sta a me giudicarlo. L’arbitro è costretto a prendere decisioni impopolari: sarebbe un errore non farlo».

Sul Corriere dello Sport la versione di Daniele Chiffi. Premiato come miglior arbitro internazionale della stagione, il direttore di gara parla per la prima volta di quanto accaduto a Monza con l’allenatore della Roma, José Mourinho. Il 3 maggio, infuriato per l’arbitraggio di Chiffi, Mou commentò così alla stampa: «Il peggior arbitro della mia carriera». Da qui la multa e la squalifica per le prime due giornata del campionato che sta per iniziare. Con Chiffi c’era già un precedente: il 18 settembre 2022, la Roma fu sconfitta in casa con l’Atalanta. C’era Chiffi come arbitro. Mourinho polemizzò troppo e fu espulso e sospeso.
Chiffi parla del tecnico della Roma e dei trascorsi con lui.
«Mourinho è un grandissimo allenatore, la sua storia parla per lui e non sta a me giudicarlo. In campo si può essere in disaccordo, ma se l’arbitro pure con l’ausilio del quarto uomo si rende conto delle proteste deve arrivare il provvedimento. Essere criticati fa parte del nostro mestiere, quella vicenda non mi ha tolto il sonno. Se fosse successo una decina di anni fa, appena arrivato, non ci sarebbe stata l’esperienza tale per gestire certe situazioni. Ora c’è. Non mi posso far condizionare, ho l’obiettivo di fare bene in ogni partita e migliorare. Poi, come in ogni ambiente lavorativo, non si può andare d’accordo su tutto, fa parte della natura umana. Non mi sento di colpevolizzare Mourinho, siamo tutti uomini di sport e di campo. Nel momento in cui prendi le decisioni e sei convinto che sono giuste e assunte con onestà, non hai nessun tipo di problema. Mi guardo serenamente allo specchio».
A Chiffi viene chiesto se l’eccesso di proteste dalla panchina è un problema.
«Ci sono partite che già prima di cominciare si portano dietro storia e tensione. La protesta in taluni momenti fa parte del contesto e un allenatore se vede qualcosa che non lo convince è portato genuinamente a reagire. L’importante è che si resti nel seminato, che dura quei cinque secondi. Poi si torna alla tranquillità nel rispetto dei ruoli. Ciascuno fa il suo, l’arbitro è costretto talvolta a prendere decisioni impopolari: sarebbe un errore non farlo e la fine del nostro ruolo. Mi critico anche da solo, si deve essere autocritici rivedendo gli episodi. Io riguardo tutta la gara perché mi dà spunti, la rivedo e rifletto su ciò che sarebbe stato meglio fare. Talvolta sbagliamo perché non abbiamo anticipato la lettura del gioco o siamo piazzati male».
Chiffi parla di come il Var ha cambiato l’atteggiamento dei calciatori rispetto alle decisioni arbitrali.
«Hanno capito la linea di intervento. I giocatori sanno in quale situazione interviene il Var. La protesta è fisiologica in certi frangenti, ma le regole sono note. In generale si va verso un gioco più corretto. Se qualcuno inganna c’è comunque uno strumento che ristabilisce la verità. Questi atteggiamenti vanno scomparendo, rimangono i casi isolati».