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Laporta: «Ci mancano un terzino destro e due centrocampisti. Non costerà molto, ci sono diverse opzioni»

A Mundo Deportivo: «Tebas? Ho fatto il primo passo, ci siamo incontrati a casa sua. Il Qatar? Hanno soldi e sono solvibili, il nostro obbligo è di ascoltarli».

Laporta: «Ci mancano un terzino destro e due centrocampisti. Non costerà molto, ci sono diverse opzioni»
Barcelona's President Joan Laporta addresses a press conference at the Camp Nou stadium in Barcelona on April 17, 2023. (Photo by LLUIS GENE / AFP)

Su Mundo Deportivo una lunghissima intervista al presidente del Barcellona, Joan Laporta. Tanti i temi trattati, dalle esigenze di mercato al rinnovo di Xavi passando per Messi e il rapporto con Javier Tebas e LaLiga. Laporta parla anche degli obiettivi del Barcellona per la prossima stagione. Si dice molto indaffarato, soprattutto sul mercato, tanto da non sapere ancora se potrà partire per il ritiro estivo con la squadra.

Laporta parla di un rapporto ricostruito con Tebas e LaLiga.

«C’è un ottimo rapporto. Ho fatto io il grande passo, ci siamo incontrati a casa sua, in un posto molto bello e tranquillo a Huesca. Siamo stati in grado di avere una conversazione calma, informale e senza apriorismi. Javier Tebas è molto veemente, ha un carattere forte e ho anche il mio modo di essere, ma abbiamo molti punti in comune e mi sento a mio agio con lui proprio come con il presidente della Rfef, Rubiales. Penso che come presidente del Barça deve essere così».

Come si è arrivati a questa situazione di disaccordo? Laporta:

«Solo perché abbiamo un buon rapporto non significa che la pensiamo allo stesso modo. Abbiamo iniziato bene, conoscevo Javier da anni, ma pensava che saremmo entrati nell’operazione Cvc e noi pensavamo di non doverlo fare. C’è stato un punto di attrito che ha innescato una situazione che non era auspicabile. C’era questa discrepanza».

Tebas, continua, «è una persona con cui si può discutere. Parliamo di tutti i temi, anche quelli politici. Non avremo privilegi ma alcune regole varieranno a beneficio dei club».

Il Barcellona gareggerà in Europa la prossima stagione?

«Sì. Ora siamo più calmi. La raccomandazione degli investigatori Uefa porta alla conclusione che non possono condannarci prima di giudicarci. Capiscono che questa dovrebbe essere la procedura e lo hanno reso noto alla Commissione d’appello Uefa e tutte le notizie portano a dire che giocheremo la Champions League. Non è stato facile, ci sono stati momenti difficili in cui abbiamo sofferto. Andare a parlare con Ceferin a Lubiana è stato un passo importante per fargli capire che non potevamo essere condannati prima di essere processati e che non c’è nemmeno corruzione arbitrale nel ‘caso Negreira’».

Come finirà il “caso Negreira”? Laporta:

«Siamo sicuri che il Barça ne uscirà indenne, perché non c’è nulla. L’ho detto a Ceferin e lui ha capito. Gli istigatori volevano montare una campagna diffamatoria».

Come sono i rapporti attuali con Messi? Laporta:

«Non abbiamo più parlato. Gli auguriamo il meglio a Miami e il Barça è la sua casa. È un rapporto che si è concluso quando è andato a Parigi, è stato ripreso senza ottenere ciò che entrambe le parti volevano e ora è giusto così».

Messi ha detto che non c’era alcuna offerta formale dal Barça.

«Avevamo l’autorizzazione di LaLiga per il contratto di Leo. Ne abbiamo discusso con Jorge e tutto è stato definito».

Cosa manca a questo Barça per essere competitivo? Laporta:

«Come ha chiesto l’allenatore, mancano un terzino destro e due centrocampisti. Non credo che ci costerà molto. In realtà, ci sono diverse possibilità, diverse opzioni».  

Laporta parla della capacità di adattamento di Xavi.

«È questo il metodo, lo stile e il modo di giocare. Ma Xavi è un vincitore e capisce che non si può essere un estremo difensore della filosofia nella misura in cui non si vince. C’è una via di mezzo e un’adattabilità di Xavi che stimo molto. Venivamo da un momento molto difficile: non vincevamo, ma avevamo bisogno di un titolo come La Liga per diventare più forti. E quella capacità di adattamento che Xavi ha avuto in questo senso, la stimo molto».

Su Gundogan:

«Rafforzerà molto il nostro centrocampo. L’allenatore lo ha chiesto fin dall’inizio e ha preferito la nostra proposta a un’offerta più succulenta del City, che significa anche molto, significa che il nostro club è ancora un riferimento, i giocatori vedono ancora un club dove vogliono venire, nonostante il fatto che abbiamo avuto una fase in cui non tutto è stato magnifico. Penso che in questa stagione dobbiamo continuare ad essere egemonici nel campionato spagnolo ed essere nel gruppo di candidati per vincere la Champions League».

Laporta parla dell’organizzazione del club, di Deco, che decide delle questioni sportive con Xavi e di Mateu Alemany, che è presente nelle istituzioni.

«Il consiglio di amministrazione ha sempre l’ultima decisione, ma nel 99% dei casi seguiremo ciò che questo team di professionisti dice, solo in casi eccezionali non accetteremmo ciò che ci viene proposto. Insisto che è importante mantenere i ruoli perché altrimenti si genera il caos. I giocatori hanno il compito di giocare, di competere per cercare di vincere e di adempiere agli obblighi commerciali che hanno con il club. L’allenatore, quello di formare una squadra molto competitiva, e di decidere e lavorare con la segreteria tecnica per fare una squadra competitiva. Segreteria tecnica e direttore del calcio di negoziare e ottenere le migliori condizioni. Faccio il presidente esecutivo, questo è vero e gestisco il club come se fosse una multinazionale di famiglia».

Quante ore dedica Laporta al Barça?

«Tutte, anche quelle in cui dormo».

Quando rinnoverà Xavi? Laporta:

«Quando avremo fatto la squadra come vuole Xavi e quando il club riterrà che sia il momento giusto. Sarà fatto ma al momento giusto e quando il club avrà la tranquillità di cui ha bisogno, non nel pieno del vortice del mercato, ma potete stare tranquilli perché a lui e al suo staff è garantito il rinnovo. All’interno delle possibilità del club, Xavi e il suo staff possono essere soddisfatti della loro situazione lavorativa e salariale».

Laporta parla del suo viaggio in Qatar:

«C’è un gruppo imprenditoriale che vuole sfruttare le attività del Barça nella zona. Li abbiamo ascoltati e siamo in attesa. Ci sono state offerte partite in Arabia, Qatar, Dubai e Kuwait con la nostra squadra femminile. Non prendiamoci in giro, hanno soldi e sono solvibili, sono interessati al calcio. Qatar e Arabia vogliono che i loro campionati siano nella top 5 o nella top 10 nei prossimi anni e siamo attraenti per loro. Siamo un club con pedigree e di riferimento nel mondo. Mostrano interesse e il nostro obbligo è di ascoltarli».

 

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