I club di calcio non hanno più senso d’appartenenza, sono governati da ricchi capricciosi (Guardian)
“I diritti tv li hanno allontanato dalle comunità locali”. E poi le multiproprietà: “Come rappresenti l'anima del Palermo se fai parte del City Football Group?”

Mg Milano 03/09/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jerry Carnevale-Paul Singer
Cos’è una squadra di calcio? Se lo chiede il Guardian che prova a dare una definizione di club. Un’impresa non facile visto che le società calcistiche hanno strutture diverse. Ma secondo il quotidiano inglese è fondamentale provare a chiarire il concetto, soprattutto adesso che cominciano a dilagare le “multiproprietà”.
Scrive Jonathan Wilson.
“L’autoaffermazione provinciale è stata il grande motore del calcio iniziale poiché i proprietari di fabbriche e i capi delle miniere hanno finanziato club delle città industriali del nord e delle Midlands. Probabilmente hanno riconosciuto il modo di mantenere le masse tranquille: molto più economico prendere un talentuoso centravanti dalla Scozia piuttosto che aumentare i salari o migliorare le condizioni di lavoro“.
Poi, però, molti aspetti sono cambiati.
“La crescente importanza dei diritti tv, nel frattempo, ha allontanato i club dalle loro comunità locali. Con l’aumento del flusso di denaro attraverso i club, iniziarono a essere coinvolti uomini d’affari con pochi o nessun legame con l’area locale, portando alla moderna Premier League”.
Ma ecco il nodo centrale della questione, la multiproprietà:
“È la questione della proprietà multipla, tuttavia, che ha davvero messo a fuoco la questione di cosa dovrebbe essere un club. Non è solo che la proprietà multipla manifesta la grottesca stratificazione finanziaria del calcio moderno. È impossibile incarnare l’anima di Strasburgo se fai parte del Greater Chelsea o quella di Palermo se fai parte del City Football Group. In essi è messa a nudo la natura biforcuta del club moderno. Sono recipienti di memoria ed emozione, cifrari di sentimenti di appartenenza e identità spesso profondi, eppure allo stesso tempo sono imprese governate dai capricci dei più ricchi e potenti. Anche quel senso di identità comune è diventato solo un’altra merce da scambiare e sfruttare“.