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De Laurentiis: «Saremo a Castel di Sangro dal 28 luglio al 12 agosto. Tre amichevoli con squadre straniere»

In conferenza: «Ho detto no al Barcellona che ci ha invitati al Gamper. Il Manchester United ci ha invitati ad andare il 5, ma ho detto no perché c’è Gigi D’Alessio»

De Laurentiis: «Saremo a Castel di Sangro dal 28 luglio al 12 agosto. Tre amichevoli con squadre straniere»
Napoli 24/03/2023 - premio Enzo Berazot / foto Image nella foto: Aurelio De Laurentiis

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis presenta in conferenza stampa da Palazzo Petrucci il ritiro estivo del Napoli a Castel di Sangro. Insieme al patron azzurro anche il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio e il sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso.

«Siamo molto contenti di ricevere chi rappresenta una Regione in continua evoluzione come l’Abruzzo. Da quest’anno ci sarà anche una Film Commission. L’Abruzzo si sta muovendo moltissimo e con le attrezzature sportive che ci sono… la presenza del Napoli ha determinato un grande innalzamento di interesse da parte di altre squadre di Serie A. L’anno scorso portai l’allenatore in seconda e in terza a Rivisondoli per un sopralluogo, con il nostro agronomo, per verificare che alle pendici del paese c’erano due campi di calcio perfetti per fare lo scarico senza portare i giocatori a Castel di Sangro, dopo le partite. C’era un sindaco che disse che spendevano 50mila euro l’anno. Marrone, sollevando una decina di centimetri, trovammo sotto di tutto e di più, dissi che servivano altri soldi, perché così poteva creare traumi a chi si allena. E’ sbagliato buttare denaro pubblico che non serve a nulla, bisognerebbe investire 2-300mila euro una tantum per fare i campi. Lo dissi a Marsilio. Ora si stanno muovendo, dato il riscontro che c’è stato per l’Abruzzo».

De Laurentiis passa la parola a Marsilio:

«Per noi è un privilegio ospitare i campioni d’Italia. Abbiamo portato bene al Napoli, l’anno scorso De Laurentiis annunciò qui che avrebbe portato lo scudetto e non c’era tutto questo entusiasmo. E’ vero che la scoperta del Napoli dell’Abruzzo ha fatto scoprire la regione a tante altre realtà, c’è un interesse molto forte. Quest’anno se il Bari vince lo spareggio avremo tre squadre di serie A che si allenano nel nostro territorio».

Prende la parola il sindaco Caruso:

«Mi sono vestito come l’anno scorso, per scaramanzia (scherza), ci ha portato bene».

Caruso consegna a De Laurentiis un orso di peluche, simbolo dell’Abruzzo.

«L’ho chiamato Marco Aurelio, perché conduce l’Abruzzo come De Laurentiis conduce magnificamente il Napoli calcio».

Caruso continua:

«Abbiamo vissuto con emozione i festeggiamenti celebrati a Napoli, è nato anche il Napoli Club a Castel di Sangro, abbiamo festeggiato anche noi. Da qui è scaturito l’entusiasmo e la voglia di caratterizzare un ritiro con un forte coinvolgimento. Immaginiamo di organizzare un trofeo di calcio, con una rappresentativa che mi auguro sia selezionata subito, l’allenatore lo trovate voi, perché De Laurentiis deve trovare quello del Napoli. Faremo allestimenti in grande stile al Palasport, come facemmo con la Coppa Italia. Organizzeremo anche qualche convegno, e spettacoli. Gigi D’Alessio sarà qui il 5 agosto, nell’area sportiva, poi ci sarà uno spettacolo di Massimiliano Gallo. Vogliamo anche indire un concorso: miss scudetto 2023. Qualcuno mi suggeriva di mettere il presidente nella giuria».

De Laurentiis:

«Devi cercare una decina di procacciatori che vadano sul territorio a fare le selezioni, quello è l’importante, sennò qui fischi e pernacchie sai che si sprecano».

Caruso:

«Non vogliamo premiare solo la bellezza, ma anche la qualità intellettiva ed artistica».

De Laurentiis:

«Da una bellezza interiore traspare sempre una bellezza esteriore. Io prima faccio la preselezione poi ti dico se sono in giuria o no. Potremmo fare una cosa: vediamo se nella giuria riusciamo a coinvolgere Carlo Verdone, perché io sto scrivendo la terza e la quarta stagione di Vita da Carlo, magari possiamo invitarlo e dirgli che le tre finaliste le mette da parte e fa loro un provino e gli dà un ruolo minore da scrivere appositamente per loro in una delle altre due stagioni. Questo ha un senso se vuoi far venire da tutta Italia le ragazze. Ma può essere che Verdone ci manda a fanculo a tutti e due, prima bisogna convincerlo, ci penso io».

Caruso:

«L’Abruzzo è diventato un luogo per attività sportive di livello. Per il Covid De Laurentiis scelse una regione che non aveva il blasone della località per eccellenza dell’ospitalità delle squadre e abbiamo infranto questo tipo di dogma che vigeva, da lì abbiamo dovuto rifiutare diverse squadre che volevano venire da noi. Ringrazio il presidente per questo, sarà un ritiro caratterizzato da grande entusiasmo».

De Laurentiis:

«Volevo chiedere ai giornalisti se è possibile avere qualcuno che gioca a tennis, per organizzare un torneo per i giornalisti e un torneo di calcetto, è possibile? Anche il padel? Poi volevo anche dire che io ho ricevuto l’invito del Barcellona di partecipare al Gamper e ho ringraziato e ho detto no. Ho ricevuto l’invito dal Manchester United di andare il 5, ma ho detto no perché c’è Gigi D’Alessio. Per me è molto importante far venire le squadre dall’estero a Castel di Sangro a giocare nello stadio. Il quando non lo sappiamo, dovremo vedere la calendarizzazione degli impegni con il nuovo allenatore. Andremo a Castel di Sangro dal 28 luglio al 12 agosto, ci saranno tre amichevoli con squadre straniere perché dobbiamo allenarci bene per la prossima stagione».

De Laurentiis sul nuovo allenatore:

«Vedremo. La lista da 22 era diventata di 40, bisogna verificarne la disponibilità e se sono adatti a questa linea di attacco e difesa alta, è un discorso che richiede tempo e bisogna capirne il carattere e se sono immettibili in una cultura partenopea, sono interviste che non si possono risolvere in pochissimo tempo. Poi devi dare la possibilità anche di non accettare. Devono capire cosa stanno negoziando. Bisogna capire chi hai di fronte e anche loro devono capirlo, deve esserci eredità di 4-3-3, non può essere altro, noi non liberiamo nessun calciatore, semmai ne integreremo qualcun altro. Con quest’anno abbiamo inaugurato un ciclo che mi auguro possa continuare per anni. Bisogna cercare di rafforzarci ancora di più in Europa. Non mi ha dato molto fastidio la partita di Champions a Milano o quella a Napoli, mi ha dato molto fastidio la partita di campionato giocata qualche giorno prima con la stessa squadra e persa così malamente, mi ha sconcertato. Non puoi essere il Napoli che fa quel campionato e poi con una squadra abbordabilissima perdere così. Nelle partite di Champions può aver pesato l’arbitraggio e noi che abbiamo sbagliato un rigore, ma quella partita di campionato mi ha sconvolto, mi ha lasciato inebetito: che cosa gli è preso? Da noi nel mondo del calcio ci si abitua a dire ci può stare. Ma che ci può stare? Stiamo scherzando? Non ci deve stare, non ci può stare. Quindi ancora ci sto ripensando, a quella bruttissima serata, forse la peggiore degli ultimi 18 anni, ci sono rimasto veramente male per la squadra, l’allenatore, i tifosi, per noi. Non puoi arrivare ad un appuntamento così importante in campionato così».

Ancora De Laurentiis:

«Ho visto partite internazionali dove lo stadio si è svuotato, ma non si fa così, è antisportivo. Io l’ho fatto a Pechino, è vero, ma lì l’avevano fatta grossa e poi abbiamo visto che il resoconto dal 2005 in poi su quel tipo di abitudine sta là, è storia. Io spero di aver iniziato un ciclo, mi batterò con tutte le mie forze e la mia capacità imprenditoriale per far sì che questo si possa ripetere, poi bisogna vedere quanto si rafforzano gli altri, quanti possono essere gli incidenti di percorso. Io sono un assertore della battaglia contro la Fifa che se ne lava le mani della Coppa d’Africa. Perché mi devono levare giocatori fondamentali durante il campionato? C’è ancora molto da lavorare, andrebbero aperti gli Stati Generali del calcio per mettere in chiaro storture che non fanno bene».

Quando arriveranno allenatore e manager che accompagneranno il Napoli in ritiro?

«Non mi pongo mai delle date, lavorando con logica imprenditoriale. C’è anche che guardando le persone negli occhi può scattare o meno la chimica. Prima potrò decidere e più sarò soddisfatto di poter essere operativo sul piano degli orali prima che degli scritti durante i ritiri. Credo, se vogliamo essere logici, anche perché noi i contratti li facciamo seriamente e prendono tempo, non tutti sono abituati a essere rappresentati da avvocati che ragionano come noi, possiamo dire che assolutamente il tempo limite è il 27. Se entro allora ho un allenatore pronto a sedersi con noi, dal 27 ho sedici giorni per calibrare l’organizzazione come si deve muovere e come ci dobbiamo comportare».

Anche un manager?

«Non ne ho bisogno, c’è una squadra di management».

Ci sarà ancora il capo, Giuntoli?

«Perché il capo? Lui è un diesse, ha un contratto con noi fino al 30 giugno 2024, quindi non vedo il motivo della domanda».

Stasera guarderà Italiano? Nella lista c’è anche un ex Napoli?

«Io con i miei ex allenatori ho un rapporto corretto, ma non credo che farei del bene a nessun ex a farlo ritornare sulla stessa panchina, però mai dire mai. Stasera vedrò la Fiorentina ma non tanto perché sia interessato a Italiano. A Italiano ho fatto i complimenti nello spogliatoio, è un bravissimo allenatore, ma è impegnato con la Fiorentina, non credo sia corretto andare a rompere gli equilibri in un club tra l’altro di amici, che fanno le battaglie con me poi se Italiano dovesse decidere lui di rompere gli equilibri con il suo club, allora potrei anche prenderlo in considerazione. Ma nella mia lista dei 40 non l’ho messo sapendo che ha ancora un contratto con la Fiorentina per un altro anno o addirittura due, perché andare a sfruculiare il pasticciotto? Ora dovrò scoprire chi tra quei 40 ha il problema e non può sedersi al tavolo a meno di pagare una penale che non ho alcuna intenzione di pagare perché venire a Napoli non è un obbligo».

Ancora sul diesse:

«Non siamo qui per parlare del direttore sportivo né tantomeno dell’allenatore, poi io vi rispondo, ma siamo qui per parlare di altro, il ritiro in Abruzzo, avete domande sugli orsi in Abruzzo? Se in un contesto dove il Napoli, a torto o a ragione, è stato considerato il 17esimo club tra i 50 più importanti, lei ha interesse a parlare del direttore sportivo? Per quanto sia importante la figura di un diesse non è centrale rispetto alla richiesta di informazioni sulla prossima stagione, che non credo debba basarsi per forza su un direttore sportivo, mi scusi, eh?!».

De Laurentiis:

«Il calcio italiano è indietro di almeno dieci anni, abbiamo molte cose da cambiare, ma le cose che non andavano bene dieci anni fa o cinque anni fa non è che oggi si possono cambiare come le avremmo cambiate allora, bisogna avere una vision, quando ti trovi in una Lega dove molte squadre sono proprietà di fondi, che non sono presenti come noi da 18 anni ad ogni assemblea, diventa complesso portare avanti un discorso che sia associativo di industrie, dell’intrattenimento e dello sport. Allora secondo me il cambiamento di rotta dei club calcistici non è mai stato totalmente percepito in Italia, è stata sempre la mia battaglia. Quando nel 1999 venni alla palazzina dei giornalisti con l’assegno della Bnl, feci tutto un discorso sullo stadio virtuale. Non ci capì un tubo nessuno. Il giorno dopo vennero un paio di giornalisti importanti e mi dissero: che delusione, pensavamo che ci portasse questo calciatore, quell’altro, invece ha fatto un discorso dove non abbiamo capito nulla. Poi, 2004, stavo in vacanza a Capri, scopro che il Napoli è fallito, e ho partecipato per comprare questo pezzo di carta per più di 30 milioni. Prima riunione con i giornalisti, faccio discorso sullo stadio virtuale. Dai quotidiani vedo che non era qualcosa che vi fosse entrato in testa, primo anno, ripetiamo la serie C per il secondo anni, serie B, finalmente serie A, poi vi convoco tutti quanti e vi spiego per l’ultima volta la differenza tra stadio reale e virtuale, per non leggere più cose che mi offendono sulla vostra incapacità di capire di cosa si sta parlando. Finalmente lo stadio virtuale poi è cresciuto, siamo passati a Sky, Dazn, sono tre anni che dico che dovremmo avere il nostro canale ed essere liberi di licenziare il nostro prodotto ai tifosi direttamente, ma se hai dei fondi, con chi parli? La Fiorentina la pensa come me, Friedkin pure, Scaroni è un signor top manager e la pensa come me. Voglio dire, bisogna capire chi sono quelli interessati, ma io gli spiego che se vengono i fondi, questi che cosa ne sanno di calcio? Che cosa ne sanno di attività imprenditoriale di intrattenimento? Perché il calcio è un intrattenimento dove una partita non sai mai come finirà, questa sospensiva crea un fascino maggiore. Ho deciso di dire basta ai vari sponsor tecnici e rinunciare a del denaro, alla fine ho avuto successo, ma perché io sono un imprenditore, vengo da un mondo di matematica, che non è un’opinione, è una scienza esatta».

 

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