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Con tutto il bene per Rudi Garcia, la notizia è che non c’era la fila per allenare il Napoli

È la conferma che De Laurentiis non si aspettava il no di Spalletti. Non è una prima scelta, né la scelta di una squadra sexy. Forse è una scelta alla Bigon. In ogni caso, viva Garcia

Con tutto il bene per Rudi Garcia, la notizia è che non c’era la fila per allenare il Napoli
Nassr's French coach Rudi Garcia directs his players during the King Cup quarter-final football match between al-Nassr and Abha at Mrsool Park Stadium in Riyadh on March 14, 2023. (Photo by Fayez NURELDINE / AFP)

E alla fine the winner is Rudi Garcia. È lui il nuovo allenatore del Napoli. Non certo un coniglio estratto dal cilindro. Non uno di quei nomi che ti fanno correre a prendere i fuochi d’artificio. Con tutto il bene per l’ex tecnico della Roma – persona intelligente – la notizia che ci viene sbattuta in faccia è che non c’era la fila per allenare il Napoli. Il Napoli che ha dominato il campionato italiano, che a lungo ha giocato il calcio più sexy d’Europa e che a detta di tanti è stato anche tra i favoriti per la vittoria della Champions.

L’arrivo di Garcia mette nero su bianco che Aurelio De Laurentiis è rimasto spiazzato dall’irremovibile rifiuto di Luciano Spalletti. Lui, l’imprenditore in grado di capire in dieci minuti la natura del proprio interlocutore, non aveva compreso che la spaccatura col tecnico di Certaldo era insanabile. Da quella cena a Chiaia si è trovato in fuorigioco. E ha cominciato ad annaspare. Forse più era in difficoltà, più la sparava grossa. Non lo sappiamo. Certo quando abbiamo letto persino di Paulo Sousa, abbiamo capito che la situazione tendeva al grave. Abbiamo cominciato a preoccuparci.

Poiché in passato aveva sempre sorpreso (persino con la scelta alla Rocky Balboa di Maurizio Sarri), nessuno ha osato criticarlo. Anche perché a Napoli sono tutti scottati dalla figuraccia della contestazione della scorsa estate (quando però De Laurentiis mostrò di avere idee chiare). E anche perché nel frattempo il presidente si è più che riappacificato con gli ultras. Anche se, da quel che leggiamo sui social, la base non ci sembra l’immagine della felicità. Ma questo non fa testo.

Il punto è che è difficile spacciare Rudi Garcia per prima scelta dopo che sono circolati nomi come Luis Enrique, Nagelsmann, Conte, lo stesso Galtier. E un’altra trentina di nomi che non conosciamo. Saranno stati tanti i no incassati dal presidente. Non è un allenatore identitario, non ha alcun credo tattico (questo lo fa piacere a noi del Napolista). Non è giovane. Non è un nome di richiamo. La sua ultima esperienza è stata all’Al Nassr campionato saudita dove i rumors ci hanno comunicato che è stato fatto fuori da Cristiano Ronaldo. Magari De Laurentiis ha pensato che il Napoli avesse bisogno di questo, diciamo di un Albertino Bigon.

Qua ci sta la classica frase: parlerà il campo. A Roma stupì tutti il primo anno dopo aver vinto un campionato col Lille. Quella squadra avrebbe meritato lo scudetto. Poi, non si è più ripetuto anche se nella stagione del Covid il suo Lione arrivò in semifinale di Champions dopo aver eliminato la Juve di Sarri e il City e di Guardiola. E in precedenza aveva portato (con Anguissa in squadra) il Marsiglia in finale di Europa League.

Ma stasera la notizia non è Rudi Garcia. È il Napoli. È Aurelio De Laurentiis. Che subito dopo il trionfo ha perso l’allenatore e anche il direttore sportivo: da questo punto di vista è del tutto irrilevante se trattenga o meno Giuntoli a Napoli un altro anno, il dato di fatto è che Giuntoli ha deciso di andarsene.

A noi la scelta di Garcia pare la scelta di un presidente quantomeno in difficoltà. Ci auguriamo di sbagliare. Non avremo difficoltà a sostenere l’allenatore che ci sta anche molto simpatico. L’unico suggerimento che ci sentiamo di dargli è di non volare troppo alto con i riferimenti e le battute. Una volta Benitez in conferenza stampa citò i Monty Python e non pochi pensarono che si trattasse di una squadra della serie B inglese. Faccia il populista col violino, sa farlo.

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