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Il padre di Camila Giorgi: «Ha una personalità complessa, gli infortuni sono sempre stati psicosomatici»

Al CorSport: «Si fida di me, io riesco a entrare nella sua testa. Ama parlare di tutto tranne che di tennis e non capisce il senso degli autografi».

Il padre di Camila Giorgi: «Ha una personalità complessa, gli infortuni sono sempre stati psicosomatici»
archivio Image Sport / Sport / Camila Giorgi / foto Insidedoto/Image Sport

Il Corriere dello Sport intervista Sergio Giorgi, padre e allenatore di Camila Giorgi. Un personaggio controverso, più odiato che amato.

«L’unica cosa che mi fa impazzire è quando insultano Camila, soprattutto se sono uomini a farlo. Quando ero giovane, trattare male una ragazza era inconcepibile. Oggi arrivano insulti e minacce sui social».

Giorgi sostiene che nessuno conosce davvero Camila.

«Nessuno in questo ambiente conosce davvero Camila. La gente si sorprende per una sua risata, ma la realtà è differente: scherza dalla mattina alla sera con tutti, purché non si parli di tennis. Ha tantissimi amici, ma fuori dal mondo Wta».

Nel 2011, proprio qui a Parigi, in un incidente è morta sua figlia Antonela, la sorella maggiore di Camila. Come reagì Camila?

«Pensavo che avrebbe smesso di giocare a tennis. Invece, ha resistito, ne sono fiero. È stato un piccolo miracolo. Da un certo punto di vista ho dovuto fingere che non fosse successo nulla, per far sì che la famiglia potesse andare avanti. Sono stato costretto a scelte drastiche. Camila ha avuto tanti infortuni negli anni e ritengo sia stato sempre un problema psicosomatico. Per tutte queste ragioni ha sempre scelto me come coach. Camila ha una personalità complessa, si fida di me e io riesco a entrare nella sua testa, per cercare di alleggerirla. Credo che senza infortuni sarebbe entrata in Top10 WTA, anzi penso che possa ancora farcela. Un altro coach comunque non l’ha mai voluto, anche se abbiamo fatto dei tentativi».

Quindi non è lei il “padre padrone” che l’ha voluta tenere con sé? Giorgi:

«Le ho proposto più volte nuovi allenatori. È stata in campo con alcuni di loro, ma dopo un giorno non li voleva più vedere. La definizione di “padre padrone” non mi dà fastidio. Possono dire di me ciò che vogliono».

Parlate di tennis al di fuori dell’allenamento? Giorgi:

«Mai. Camila è così. Ma non soltanto con me. Se qualcuno le chiede del tennis si chiude a riccio. Ama parlare di tutto tranne che di tennis. E non capisce gli autografi. Ovviamente li firma, ma non ne capisce il senso».

Giorgi parla di sua moglie Claudia e dell’altro figlio Leandro.

«Leandro ha vissuto e lavorato a Miami, poi è rientrato in Italia. Ora è a San Francisco. Mia moglie non viene mai ai tornei, si innervosisce e durante i match soffre troppo. Non guarda le partite nemmeno a casa. Le registra: se Camila vince, la guarda, altrimenti la cancella. Noi scherziamo sempre con Cami e la prendiamo in giro dicendole che è una codarda».

Come sta giocando Camila?

«In questo periodo, dopo il problema al ginocchio, direi molto bene. Ha voglia, è determinata, si sta allenando al meglio. Sono tante le variabili che la portano a giocare con voglia, oppure male. Anche lo sparring partner ha una sua influenza».

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