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De Laurentiis: «Se la Rai non mi darà la diretta tv per la festa scudetto, addio piazza Plebiscito»

Al vertice in Prefettura «Voglio un evento che celebri la napoletanità, non bisogna impantanarsi in bandi, gare e burocrazia varia».

De Laurentiis: «Se la Rai non mi darà la diretta tv per la festa scudetto, addio piazza Plebiscito»
Napoli 16/03/2023 - riunione comitato di ordine e sicurezza pubblica / foto Image nella foto: Aurelio De Laurentiis

Il Corriere del Mezzogiorno racconta i retroscena del vertice tenutosi ieri in Prefettura per organizzare la festa per lo scudetto del Napoli. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha dichiarato che chiederà alla Rai di trasmettere in diretta i festeggiamenti. Il quotidiano riporta le parole del presidente:

«Diciamo la verità: a me interessa che venga predisposto un piano sicurezza efficiente e che venga organizzato un programma non noioso della festa: in parte musicale, con cui poter celebrare la napoletanità nella sua prestigiosa potenza internazionale; in parte dedicato al calcio e al simbolo di Maradona. E dato che bisogna mettersi chiusi in una stanza per una settimana a scrivere tutta la scaletta, e nelle prossime ore incontrerò i vertici della Rai per capire se ci sono le condizioni per mettere al centro della loro trasmissione la festa del Napoli e non altro, allora non bisogna impantanarsi in bandi, gare e burocrazia varia. In questi casi occorre agire con la celerità e la risolutezza dei privati».

La Regione Campania, presente al tavolo in Prefettura con il capo di gabinetto, Almerina Bove, ha ribadito la disponibilità a partecipare al milione di euro di spese previste per la festa conclusiva del 4 giugno, ma ha sostenuto

“la necessità di giustificare l’ingente esborso con un’iniziativa mediatica che assicuri un forte ritorno di immagine per Napoli e per la Campania”.

Il CorMez scrive che De Laurentiis ha minacciato di mandare all’aria l’evento in piazza Plebiscito qualora non dovesse trovare un accordo con la Rai o con Mediaset.

“quasi minaccia di mandare tutto all’aria in piazza Plebiscito se non riuscirà a trovare un’intesa con la Rai o con Mediaset in grado di garantire «la prioritaria centralità all’evento celebrativo dello scudetto del Napoli». In scaletta ci sarebbe prima il concerto di Gigi D’Alessio. Con il palco che diventa disponibile per la successiva festa azzurra. Ma De Laurentiis scuote il capo: niente rimedi come soluzioni. È giusto che l’apoteosi partenopea venga esaltata con un rito solenne, senza sconti o rammendi. E insiste: «Non ho bisogno di nessuno — avrebbe ripetuto al tavolo in prefettura —: non ho bisogno dei soldi della Regione o del Comune di Napoli. Finanzio io. Poi, se voi volete partecipare, bisogna farlo senza gare, senza burocrazia. In tre giorni, se la Rai decide, firmiamo i contratti. Altrimenti c’è altro»”.

Il presidente del Napoli ritiene caotico coinvolgere gli altri comuni dell’area metropolitana nella festa, scrive il quotidiano:

“Manfredi riferisce che soltanto per allestire le 4 piazze di Napoli (piazza del Plebiscito, piazza Mercato, Bagnoli e Scampia) più qualche altra dell’area metropolitana costerà, come da preventivo, circa 450 mila euro. Ma il patron del Napoli torna ancora a spazientirsi. Per lui coinvolgere anche gli altri Comuni, al di fuori di Napoli, diventa rischioso e caotico per l’organizzazione. E forse non ha tutti i torti. «Io sono già alle prese — riferisce — con i problemi di collegamento tv: ci sono New York, Toronto, Buenos Aires che aspettano. Dobbiamo realizzare un evento che sia visibile e fattibile, degno della grandiosità di Napoli. Non possiamo allargarci a chissà quante altre piazze». Sì, certo — avrebbe ammesso — è giusto che vi siano pure i festeggiamenti spontanei, ma l’immagine di Napoli e del Napoli nel mondo deve essere accuratamente tutelata. Altrimenti, addio Plebiscito: non resta che lo stadio Maradona, con i 22 mila da fare accedere — a pagamento — sul campo, il palco mobile 15×15 metri con quattro scale alla Escher e i paracadutisti che si lanciano dal cielo con i palloni azzurri. E sai che apoteosi pop”.

 

 

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