Casini: «Faccio i complimenti al Napoli, dal 2001 hanno sempre vinto Milan, Inter o Juventus»

In conferenza: «De Laurentiis parla di scudetto dell'onestà? Tema antico, che appartiene alla dialettica dei tifosi, non ci darei tanto peso».

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Db Milano 30/06/2022 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Casini

Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ha parlato in conferenza stampa a margine dell’assemblea di Lega Serie A che si è tenuta oggi analizzando i temi trattati.

«Tra le decisioni prese l’istituzione di una commissione permanente per il calcio femminile. Sui diritti tv le squadre hanno deciso di collegare gli aspetti trattati oggi a una modifica dello statuto della Lega, motivo per cui è stata già calendarizzata un’assemblea al 16 maggio, con all’ode modifiche statutarie e approvazione bando diritti. Per quanto riguarda manifestazioni d’interesse e private equity, se ne parlerà all’assemblea del 24 a Roma».

Sul bando c’è accordo ed eventualmente ci sarà esclusiva? Casini:

«Sono tanti i pacchetti, vorrei sottolineare che è il primo bando in cui, da un lato abbiamo la possibilità di arrivare a cinque anni, e dall’altro finalmente la lotta alla pirateria è arrivata a un punto di maggior certezza».

Come mai la questione dei diritti d’archivio è importante?

«L’obiettivo è quello di tentare di realizzare qualcosa di mai fatto finora, per una centralizzazione dell’offerta nel bando, quantomeno per l’archivio corrente. È un’operazione molto complessa, su cui si è trovato già un assenso di massa, le squadre collegano la svolta importante a una modifica dello statuto».

Qual è la modifica dello statuto da fare? Casini:

«Riguarderà proprio il fatto che la commercializzazione dei diritti d’archivio potrà avvenire in forma collettiva, questo determina che nei bandi vi potrà essere l’offerta riferita ai diritti di archivio corrente. Parliamo di stagione in corso e stagione precedente, non archivio storico che è un discorso molto più complesso e articolato».

Le strategie per la valorizzazione della Lega all’estero?

«La migliore valorizzazione è che le squadre italiane vadano bene all’estero, detto questo il principale intervento l’abbiamo ottenuto nei mesi scorsi, quando siamo riusciti a ottenere che non ci fossero limiti o paletti procedurali e di durata per la commercializzazione dei diritti. In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi, abbiamo aperto una sede dedicata per attività di promozione».

Sui pacchetti del futuro bando c’è un accordo tra i venti club?

«Sì, certo. Stiamo parlando del bando più importante da quando c’è la legge Melandri, è il primo che arriva a cinque anni rispetto alle stagioni, comparato col triennio: c’è stato un enorme lavoro e c’è stata ulteriore discussione. Si è registrato un assenso su tutto il bando, con un’ulteriore richiesta di approfondimento sulla questione dei diritti d’archivio e in particolare l’esigenza di collegare questa novità a una modifica statutaria. Proprio per questo abbiamo rimandato a una assemblea più vicina nel tempo».

Nei pacchetti mostrati ai club era già prevista questa centralizzazione? Casini:

«È un pacchetto opzionale. Non è una modifica statutaria necessaria, è una scelta politica, strategica. Sarebbe un cambiamento straordinario rispetto alle politiche di commercializzazione dei diritti in Italia e alcuni hanno ritenuto che un tale cambiamento fosse utile collegarlo a una modifica statutaria. In assemblea non mostriamo cose che arrivano all’improvviso, c’è un lavoro che la lega compie con tutte le squadre».

Erano tutte d’accordo sulla modifica?

«Non si poteva modificare perché non era all’ordine del giorno»

C’è una stima su quanto possano valere questi diritti d’archivio centralizzati? Casini:

«È difficile calcolare con esattezza, sono tutte operazioni legate all’offerta che arriva dal mercato e dalle stime che vengono fatto. Una cifra c’è, ma non diamo cifre».

Casini ha commentato anche la protesta dei tifosi della Sampdoria.

«Siamo rimasti colpiti dalla protesta e anche un po’ sorpresi, perché in realtà la Lega ha fatto il possibile, siamo dispiaciuti di vedere tifosi arrabbiati. Il tema riguarda i controlli economico-finanziari e su questo abbiamo lavorato molto con la Federazione per rafforzare le licenze, gli indici di controllo, so che il ministro Abodi è molto attento a questi temi».

A Casini è stato chiesto un commento sulla gestione dell’ordine pubblico dopo Udinese-Napoli, dunque sugli scontri alla Dacia Arena.

«Prima di tutto colgo l’occasione per fare i complimenti al Napoli, anche perché era dal 2001 che non vinceva una squadra diversa da Milan, Inter o Juventus: aumenta la competitività. Per il resto, noi siamo sempre certi che le forze dell’ordine danno il massimo».

C’è una stima di incasso minima legata ai diritti TV?

«Non ne parliamo oggi. Se uscisse tramite indiscrezioni, saranno sempre indiscrezioni».

È fiducioso sull’approvazione del 16? Casini:

«Sì. Poi io presiedo l’assemblea, non sono l’assemblea: ho ragionevoli aspettative che venga approvato».

Perché proprio il 16? C’è il derby Champions…

«Beh, proprio per quello. Sarà alle 11,30, teniamo a che tutti possano prepararsi in tempo per la partita».

Infine, Casini ha commentato anche le parole di De Laurentiis sullo scudetto dell’onestà. Gli è stato chiesto se mettano in ombra il valore del campionato in termini di competitività. Risponde:

«No, se uno vede gli altri campionati, pensando alle varie leghe europee, in media il numero di squadre che hanno vinto il campionato negli ultimi anni, non si va mai troppo oltre il quattro. Tre era basso, ma non siamo così lontani. In Italia c’è stato il ciclo Juventus, che ha determinato una minor varietà. Io sono generazione degli anni ’80, si passava dagli scudetti della Juve a quelli di Roma, Napoli, Verona, Sampdoria, Inter, Milan: ero abituato a una maggior varietà».

Uno che viene in Lega e dice di aver vinto lo scudetto dell’onestà non avvelena i pozzi?

«È una dichiarazione che ho letto sui giornali, ma che non è stata fatta in lega. Sono temi antichi, mi sembra che appartengano a quel tipo di dialettica che appartiene ai tifosi, ci sono squadre che hanno quell’etichetta da quando sono state fondate, non darei tanto peso».

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