Sinner ha assimilato l’etica del lavoro col biberon (CorSera)

Un anno fa il suo problema erano le vesciche, oggi è lui il problema degli altri. Dietro, un lavoro meticoloso, per irrobustirlo nel corpo e nei colpi

Sinner Cahill

Jannik Sinner of Italy hits a forehand return to Carlos Alcaraz of Spain during their Indian Wells Masters semifinal tennis match in Indian Wells, California, on March 18, 2023. (Photo by Frederic J. BROWN / AFP)

Un anno fa il suo problema erano le vesciche, oggi Jannik Sinner è il problema degli altri. Come si cambia, in dodici mesi, per non morire”.

Sul Corriere della Sera, Gaia Piccardi celebra Jannik Sinner, che con la strepitosa vittoria sul n.1 Carlos Alcaraz nella semifinale di Miami, torna top 10 (due mesi fa era n.17), si piazza al n.4 della Race che deciderà gli otto delle Atp Finals a Torino e, se oggi batte Medvedev, sale al n.6, miglior ranking.

Eppure, appena un anno fa, il 30 marzo 2022, Sinner abbandonava Miami zoppicante e tra i fischi dopo cinque game con l’argentino Cerundolo. E non sarebbe neppure stato l’ultimo infortunio in stagione.

“L’evoluzione di Sinner continua. È la curva di crescita progressiva, senza picchi e sprofondi, a colpire. Dietro c’è un lavoro quotidiano meticoloso, mirato a irrobustire il giocatore prima nel corpo e poi nei colpi, perché senza un fisico all’altezza dell’elasticità di Djokovic, della resistenza di Nadal, della modernità eclettica di Alcaraz (co-protagonista di una rivalità che rischia di superare i 59 episodi della saga tra Nole e Rafa) non è pensabile circolare ai piani alti del tennis”.

L’etica del lavoro Jannik l’ha assimilata col biberon. Papà Hanspeter e mamma Siglinde non hanno mai perso un giorno di lavoro al rifugio Talschlusshutte in Val Fiscalina. «È tedesco nell’animo e nella testa» dice di lui l’antenato Pietrangeli con un paragone che farà discutere”.

L’Equipe, ieri, scriveva di Sinner:

“Inutile descriverlo perché è già scolpito nella posterità delle immagini che inondano i social network come il capolavoro dell’anno, e forse del decennio, che sarà difficile eguagliare nei prossimi mesi. Il fatto che sia stato vinto da Sinner dopo 25 colpi di racchetta, uno più improbabile dell’altro, da solo riassume uno scontro di cui è stato l’eroe dall’inizio alla fine. La sua vittoria per ko (6-7, 6-4, 6-2) al termine di una rissa monumentale è solo giusta. A 21 anni, lui che aveva deposto le armi nei quarti di finale dell’ultimo US Open ai piedi stesso avversario (6-3, 6-7, 6-7, 7-5, 6-3), ha ottenuto la prima vittoria contro un numero uno mondiale”.

Anche Alcaraz ha elogiato il suo avversario. Dopo la sconfitta ha dichiarato:

«Quando ho perso questo punto, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “Questo ragazzo è imbattibile. Servono due giocatori per giocare questo tipo di punti”».

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