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Sarri: «Sono contento quando i miei giocatori non vanno in Nazionale»

In conferenza stampa: «È assurdo paragonare i minuti giocati in Nba e nel calcio. Nell’Nba non si prendono più botte rispetto all’Nba»

Sarri: «Sono contento quando i miei giocatori non vanno in Nazionale»
As Roma 27/02/2023 - campionato di calcio serie A / Lazio-Sampdoria / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri

Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, alle 13.15 nella sala stampa di Formello presenterà il match di domani in casa del Monza. Di seguito le parole di Sarri:

«Prepariamo la gara di domani con la logica e con massima umiltà, la vittoria ci fa partire in vantaggio ma affrontiamo una squadra con elevati valori. Sanno metterti in difficoltà con il palleggio. Dopo le grandi vittorie quest’anno abbiamo perso un filo di motivazione, è un limite che dobbiamo superare».

Come sta Immobile?
«Clinicamente sta bene ma non è ancora al 100% della condizione fisica. Vedremo se potremo usarlo per uno spezzone di gara».

Zaccagni e Casale non convocati?
«Abbiamo un ct che fa le convocazioni. Quando i miei giocatori non vengono chiamati in nazionale io sono contento perché possono così allenarsi con me. Ormai il campionato non è più sostenibile, i ritmi sono assurdi. Il campionato non è più fattibile, ho sentito paragoni con NBA, una follia. Si gioca 38 minuti contro 90, nel calcio si prendono più botte rispetto alla Nba, al basket europeo un po’ meno. Vecino ha giocato in Giappone e in Corea del Sud per disputare due amichevole».

Ha cambiato opinione sulla corsa Champions?
«Ho sempre detto che ci sono squadre superiori all’organico nostro, a livello complessivo. Vedo squadre che fanno dei cambi che ti lasciano pensare, ho visto l’Atalanta contro l’Empoli, a 20 minuti dalla fine ha messo Boga, Hojlund e Lookman. Rimango dell’idea che ci sono organici superiori, noi dobbiamo lottare e poi vedremo come va a finire».

Ora inizia un “altro” campionato?
«Il vantaggio è quasi simbolico, se penso ai punti recuperati nelle ultime 5 partite, penso cosa potrebbe succedere tra 11. Possiamo fare poco affidamento sulla classifica attuale. Non guarderei il campionato intero, ma la gara di domani. A Monza ha perso la Juve, ci ha pareggiato l’Inter. Andiamo a prenderci il piccolo vantaggio di giocare una volta alla settimana, ma pensiamo di partita in partita. Quest’anno non c’è nulla di scontato».

Giudizio su Palladino?
«Tra gli allenatori giovani di ora è uno dei più intriganti e interessanti. Riesce a fare una fase difensiva tipo l’Atalanta, con un palleggio alla Guardiola. Uno da seguire con tantissimo interesse».

Pellegrini può giocare? A che punto è?
«Se può giocare dall’inizio lo dico a lui. Sono contentissimo di Luca, è bello, partecipe, grande progressione della condizione e apprendimento. Poi stiamo parlando di una linea che ha funzionato, metterci le mani è sempre difficile».

Milinkovic?
«Non si sta esprimendo al massimo ultimamente. Se torna al 100% ci può fare la differenza nella parte finale. Lo aspettiamo con grande fiducia».

Quanto cresciuto il rapporto con Luis Alberto?
«Dipende che intendi. Adesso è un giocatore fenomenale, io non lo so il pubblico e i giornalisti cosa guardano durante le partite. Per quello che vede l’allenatore quello che sta facendo mi rende contento. È un giocatore totale, ti tira da fuori, rincorre, fa tutto. Giocatore sopra le righe».

Oggi sono 11 anni dalla morte di Chinaglia:
«Ricordo Chinaglia quando ero un ragazzino ma già all’epoca guardavo più agli allenatori che ai giocatori: è stato un estroso, rimane nell’immagine popolare in maniera fortissima».

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