Uno striscione in nero con solo tre lettere in rosso: Adl, le iniziali del presidente. «E’ bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio».

Aurelio De Laurentiis va avanti imperterrito nella sua battaglia contro l’illegalità e allo stesso modo va avanti l’ostilità del mondo ultras verso il presidente del Napoli. Ormai non lo contestano più solo i gruppi organizzati del Napoli, ma anche quelli di altre squadre. A Lecce, venerdì, il presidente è stato bersaglio di cori offensivi provenienti dalla curva, ad esempio, e suo figlio Edoardo, vicepresidente del club, è stato insultato allo stesso modo ed ha rischiato di restare coinvolto in una rissa. Ieri, a Milano, la Curva Sud ha addirittura esposto uno striscione inequivocabilmente contro il presidente De Laurentiis.
Il testo:
«E’ bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio. Gli ultras non si toccano».
Che si tratti di un messaggio diretto al presidente De Laurentiis è dimostrato dal fatto che lo striscione è scritto interamente in nero tranne tre lettere rosse, ADL, ovvero le iniziali di nome e cognome del presidente del Napoli, appunto.
#MilanEmpoli, striscione a supporto degli Ultras del Napoli: in rosso tre lettere (ADL), che comporrebbero le iniziali di #AurelioDeLaurentiis.
“È bene pArlare solo quanDo si deve dire quaLcosa che valga più del silenzio. Gli ultras non si toccano”.#liberailtifo pic.twitter.com/AKbk4WzpRu
— Patrizia💙 (@CuoreIschitano) April 8, 2023
Ieri, sul Foglio, Alessandro Bonan si augurava che la lotta solitaria di De Laurentiis contro il mondo del tifo organizzato e violento possa portare buoni frutti. Il Napoli vorrebbe garantire ai suoi tifosi, quelli pacifici, uno spettacolo, una festa. Bonan scriveva:
“La battaglia di De Laurentiis contro gli ultras napoletani si fonda più o meno su questi principi e speriamo conduca a risultati concreti. Al di là di certi eccessi cinematografici (De Laurentiis spesso dice cose che noi umani…), a De Laurentiis non va giù il ricatto: se ci dai quello che chiediamo ti vogliamo bene, altrimenti spacchiamo tutto”.
La soluzione? Non c’è una soluzione unica, certo vanno rifatti gli impianti, ma poi cosa succederebbe se tornassero gli ultras e distruggessero tutto?
“Cominciamo a ragionare su come togliere uno spazio vitale ai violenti. Liberiamo le curve, mettiamoci i bambini, e i cori inventiamoceli da soli che magari sono anche più belli. Il tifo è una passione, non un lavoro, per di più svolto con il metodo, anzi l’attitudine della sopraffazione”