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«De Laurentiis accusato di essersi arreso agli ultras, ma dietro la mediazione c’è Piantedosi» (Il Guardian)

Racconta trattativa e contesto: “Le proteste arrivano da lontano, eppure il Napoli vince cercando di non vivere sopra le sue possibilità”

«De Laurentiis accusato di essersi arreso agli ultras, ma dietro la mediazione c’è Piantedosi» (Il Guardian)
Napoli's president Aurelio De Laurentiis reacts during Napoli's training session at the Parc des Princes stadium in Paris on October 23, 2018 on the eve of their Champions' League football match against Paris Saint-Germain. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Non poteva restare confinata in Italia la trattativa tira-e-molla tra De Laurentiis e gli ultras del Napoli. Perché è appunto una vicenda quantomeno curiosa per gestione e svolte inaspettate. Il Guardian, nella consueta rubrica sul calcio italiano di Nicky Bandini, oggi la riprende in tutti i suoi punti, cercando di spiegarla ai lettori inglesi. Non è facile, effettivamente.

“Gli ultras si erano dichiarati in sciopero all’inizio di questo mese, protestando silenziosamente nella sconfitta 4-0 in campionato contro il Milan. Le loro lamentele erano molte e non condivise in modo uniforme. Alcuni erano molto arrabbiati per le disposizioni di sicurezza allo stadio, che vanno dalle restrizioni su bandiere e tamburi all’obbligo per i tifosi di aderire al programma di fidelity card per acquistare i biglietti. Altri per l’aumento dei prezzi per le partite di Champions League”.

Ma il Guardian ricorda anche il contesto, ovvero “le accuse di lunga data contro Aurelio De Laurentiis: che non gli importi abbastanza della squadra o della città”. Bandini è costretto a ricordare l’acquisto del Bari, e i malumori da cui nasce lo slogan “A16”.

“Ci sono due lati di questa storia – scrive ancora – Guardando i suoi bilanci e i bilanci delle grandi squadre di Serie A, possiamo dire oggettivamente che il Napoli ha overperformato con De Laurentiis senza cercare di vivere al di sopra delle proprie possibilità. Il club che ha ripreso dal fallimento nel 2004 è tornato nella massima serie tre anni dopo e si è ristabilito saldamente nell’élite. Le 13 stagioni consecutive del Napoli giocate in competizioni europee sono la striscia attiva più lunga tra i club di Serie A. De Laurentiis ha anche ingaggiato allenatori influenti come Carlo Ancelotti e Maurizio Sarri e campioni come Higuaín, Cavani e Mertens, prima di arrivare all’attuale, magnifica squadra”.

Poi è successo che Spalletti s’è spazientito e che – il Guardian lo relaziona allo sfogo dell’allenatore -“sabato De Laurentiis ha condiviso su Twitter una foto che lo ritrae insieme ai capi ultras e il messaggio «Noi siamo il Napoli. Presidente e tifosi uniti per la vittoria!». So dice che sono stati raggiunti compromessi sulle misure di sicurezza allo stadio e sull’allentamento delle regole su chi può acquistare i biglietti. Il quotidiano Il Giornale l’ha definita «una sceneggiata». E le agenzie di stampa italiane riferivano solo un giorno prima che a De Laurentiis era stata assegnata una scorta in risposta alle crescenti tensioni e alle minacce di violenza fisica. Politici di alto rango come il ministro degli interni italiano, Matteo Piantedosi, erano coinvolti nella mediazione“.

“Non tutti sono stati contenti del risultato – scrive sempre il Guardian – con De Laurentiis ora accusato di essersi arreso ai prepotenti. Ma Spalletti spera semplicemente che la sua squadra possa lasciarsi alle spalle la distrazione e godere del tifo pieno allo stadio”.

Bandini si sofferma dunque sulla partita di Champions di domani, e mette tra le “notizie positive” il ritorno di Osimhen. Ma avverte: non tutti sono Ngonge, che ha risparmiato il Napoli sabato sera. “Giocatori del calibro di Brahim Díaz e Rafael Leão potrebbero non essere così indulgenti se un’opportunità simile si presentasse martedì sera”.

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