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Vanoni: «C’era un periodo in cui avevo solo due mutande e le usavo con parsimonia»

A Belve parla di Gino Paoli a Sanremo e del suo rapporto con le donne: «Sono attraenti ma purtroppo il sesso femminile non mi interessa»

Vanoni: «C’era un periodo in cui avevo solo due mutande e le usavo con parsimonia»
archivio Image / Spettacolo / Ornella Vanoni-Gino Paoli / foto Clemente Marmorino/Image

Per l’ultima puntata di «Belve che andrà in onda questa sera alle 21.20 su Rai 2, tocca anche a Ornella Vanoni raccontarsi. Offrendo dettagli più o meno noti sulla sua vita, sulla sua gioventù e sui suoi amori, la cantante ha dialogato con Francesca Fagnani,

Un racconto a tutto tondo dai suoi amori mai negati per le donne («Ho fatto soffrire le donne che ho amato»), alla vita sfrenata con Giorgio Strehler, tra eccessi sessuali e droghe («È l’uomo che mi ha amata di più, ma non mi ha protetta da situazioni estreme perché non poteva farne a meno. Voleva tornare con me, ho detto di no»). E ancora, a ruota libera su Mina («Mi sono sentita la numero due»), fino al rapporto tormentato con Gino Paoli.

La giornalista Francesca Fagnani le fa notare che il cantautore genovese l’avrebbe accusata di essersi “smollata” con l’età. Pronta la risposta di Vanoni: «Anche lui sarebbe meglio se non dicesse nulla… guarda quello che ha cercato di raccontare a Sanremo! Come se fosse a casa sua! Si è dimenticato che era a Sanremo… ha visto Morandi e gli è partita quella cosa lì… che non andava fatta. Amadeus era terrorizzato e l’ha portato via». Sempre a proposito di Paoli, e della sua «ironia che nessuno capisce», la Vanoni dichiara divertita: «Io sono ironica, lui no. Questa ironia di me si sa, si vede e si sente. Di lui proprio no, però se vuole essere ironico, poverino, non diamogli contro».

Parlando della sua gioventù, quando la Fagnani le chiede se è vero che avesse l’abitudine di girare per casa in mutande, la Vanoni ricorda: «Dove abitavo c’erano tutti finestroni, e io non giravo in mutande ma proprio nuda. Tutti mi dicevano che mi avevano visto dalle finestre. Sì, sono una scostumata! Pensa che c’era un periodo in cui avevo solo due paia di mutande, un paio nere e le altre bianche». E quando la Fagnani le chiede: «Quindi le usava con parsimonia?» la Vanoni risponde divertita: «Molta! Uscivo la sera con gonna e tacchi a spillo. Bisogna per forza avere le mutande? Non è detto!».

C’è spazio anche per dettagli più intimi e meno conosciuti come i suoi amori, mai negati, per le donne: «Una è stata una grande amicizia che è durata tanti anni. Un’altra è durata meno. Le donne sono attraenti, però a me purtroppo il sesso femminile non interessa molto, e infatti ho fatto soffrire queste persone. Io mi innamoro della persona, in quell’altra cosa non sono molto brava». A questo punto la Fagnani le fa notare che in “materia” ha la stessa posizione di Berlusconi quando dice «Se fossi gay sarei lesbica», e allora la Vanoni divertita replica: «Sarò…come si dice adesso… fluida, ma nel giudizio soltanto».

I vizi di Ornella Vanoni

Quando Francesca Fagnani le ha chiesto quale fosse il suo vizio più grande, ha risposto senza esitazioni: «Le canne». E ha spiegato: «A un certo punto non dormivo più. Mio padre mi fece fare perfino la cura del sonno: ero disperata. Finché un giorno non mi hanno fatto fare una canna e allora ho detto: ecco la mia medicina». Da questa affermazione, è poi passata a raccontare della sua ricerca di badanti che abbiano come requisito fondamentale la capacità di rollare: «Quando cammino per strada i ragazzi mi urlano Ornella! Io non ho lavoro ma rollo da Dio, vengo a fare da badante!»

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