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Vanoni: «Strehler e Gino Paoli mancavano totalmente di ironia. Tognazzi cucinava un cibo pesantissimo»

A Repubblica: «Ugo viaggiava con una valigia di coltelli che neanche Cracco ce l’ha. L’Impacciatore? Brava, ma ogni due minuti è un attacco d’ansia…»

Vanoni: «Strehler e Gino Paoli mancavano totalmente di ironia. Tognazzi cucinava un cibo pesantissimo»
archivio Image / Spettacolo / Ornella Vanoni-Gino Paoli / foto Clemente Marmorino/Image

Su La Repubblica un’intervista a Ornella Vanoni. A 87 anni, ha una parte in “7 donne e un mistero”, commedia noir diretta da Alessandro Genovesi, in sala il 25 dicembre con Warner. Anche se ha scelto la musica, la Vanoni ha recitato diverse volte al cinema. Il debutto fu nel 1961, con “Romolo e Remo” di Corbucci.

«Ricordo che Virna Lisi era incazzata nera, giustamente, perché questo Steve Reeves, Romolo, tutto muscoli, la prende in braccio, inciampa e la trascina a terra. Un’altra volta passa a cavallo, la prende, cade e lei si fa male al coccige su un sasso. Lo odiava, poverina. Invece io stavo con l’altro, Gordon Scott, un vero muscoloso, non così pompato come l’imbecille. Ma in una scena in cui dico “Remo!” e gli corro incontro, eravamo a Pozzuoli, metto un piede su un soffione e volo urlando in braccio a lui. Noi avevamo le seggiole, Reeves aveva la roulotte».

L’ironia l’ha sempre avuta?

«No, l’ho liberata a un certo punto, non con Strehler, non con Gino Paoli, che di ironia erano totalmente mancanti. È come il talento, lo puoi avere ma se non ti applichi non serve».

Nella sua biografia, “Una bellissima ragazza”, racconta i momenti di tenerezza verso i suoi genitori.

«Quando sono invecchiati andavo a trovarli e facevo la loro vita, mangiavamo presto, ci alzavamo presto, guardavamo Beautiful. Quella è la tenerezza»

Il suo ruolo più importante è stato in “I viaggiatori della sera”, di e con Ugo Tognazzi.

«Tognazzi viaggiava sempre con una valigia di coltelli che neanche Cracco ce l’ha. Faceva un cibo pesantissimo che nessuno digeriva, per cui andavamo dal direttore della fotografia che faceva un pasto più leggero. Ugo era molto arrabbiato. Era un grande attore, ma non poteva fare il regista, il film non piacque ai critici. Io mi sono costruita il personaggio da sola. Un giorno mi chiama al telefono, nella storia eravamo coetanei, “tu stai rovinando il mio film, come la Bouchet. Non dimostri 50 anni, dimostri molto di meno”. Rispondo “e tu ne dimostri molti di più, quindi chiudiamo il film”».

Racconta il set di “7 donne e un mistero”:

«Abbiamo molto riso e faticato, a volte mancava l’aria, ma mai un litigio. Mi sono affezionata a Buy, Ranieri, Ramazzotti. L’Impacciatore è brava, ma ogni due minuti è un attacco d’ansia, bisogna fermarsi…».

 

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