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Osimhen: «Napoli è una città che non conosce razzismo. Lavoro duro per giocare un giorno in Premier»

«A Spalletti posso dire solo grazie. La maschera? Il chirurgo mi ha consigliato di tenerla, mi sento più sicuro. Anche contro la Lazio ho avuto uno scontro»

Osimhen: «Napoli è una città che non conosce razzismo. Lavoro duro per giocare un giorno in Premier»

A Osimhen è stato consegnato il premio alla stampa estera. Ecco cosa ha detto in conferenza.

Ci sono attaccanti da cui ha imparato a parte Drogba?

Osimhen: «Sono cresciuto guardando Drogba. Ho imparato da lui cose che ho aggiunto al mio gioco. L’ho guardato molto prima che si ritirasse e sto arricchendo il mio bagaglio con le sue caratteristiche. Altri attaccanti cui mi ispiro sono stati Eto’O e Lewandowski».

Hai ambizioni di giocare in Premier, le differenze tra Italia e Germania:

«Gioco in uno dei primi cinque tornei al mondo. Per la stragrande maggioranza delle persone il top è la Premier ma io sono in fase di crescita, ora sono in uno dei migliori campionati al mondo. Sto lavorando duro per poter migliorare e magari giocare in Premier League, in Italia c’è un altro tipo di calcio».

«Quando sei un calciatore e arrivi in Italia ti innamori ancora di più del calcio, la città e i tifosi seguono molto la squadra e vorresti fare qualcosa per rendere loro felici».

«Stiamo lavorando tutti per raggiungere il nostro obiettivo stagionale.

«Razzismo? A Napoli non fanno alcuna differenza tra i bianchi e neri, a differenza di altre città in cui sono stato. Il razzismo è una cosa brutta come una malattia, ho la possibilità di parlarne il più possibile. Tutti bianchi che ho incontrato nel calcio sono persone straordinarie. Sono fiducioso per la convivenza tra bianchi e neri».

Kvaratskhelia

«Mi fanno spesso domande su Kvaratskhelia. È uno dei grandi leader della nostra squadra, subito si è inserito, è un ragazzo amato da tutti, è difficile avere problemi con lui, in campo e fuori dal campo. È un fantastico giocatore e ha una splendida carriera davanti a lui. Un giorno potrebbe vincere il Pallone d’oro».

Gli fanno la domanda sulla pizza, su dove ha mangiato la pizza migliore e De Laurentiis gli dice: “Stai attento”.

«A Napoli tutte le pizzerie sono buone», il giornalista gli fa eco: “Molto diplomatico”.

«Spalletti è stato importante per il mio sviluppo come uomo. Venne subito a parlarmi su come potevo diventare importante per la squadra mi ha aiutato molto. Gli posso dire solo grazie, tutto quello che ora sono diventato è grazie a lui. La maschera? Me lo ha consigliato il chirurgo di continuare a tenerla, anche contro la Lazio ho preso una botta. Con la maschera mi sento più sicuro».

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