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“Minà ha passato gli ultimi tempi a raccontare la sua vita sui social, non voleva né censure né misure”

Il ricordo di Repubblica. “Ormai i tempi delle tv e dei giornali sono diventati feroci”. “Nell’ambiente era invidiato e lavorava da solo”

“Minà ha passato gli ultimi tempi a raccontare la sua vita sui social, non voleva né censure né misure”
An Milano 17/10/2013 - presentazione del dvd 'Maradona - Non sarò mai un uomo comune' / foto Andrea Ninni/Image Sport nella foto: Diego Armando Maradona-Gianni Mina'

Su La Repubblica Giuseppe Smorto ricorda Gianni Minà, scomparso ieri a 84 anni.

“Gianni Minà ha passato gli ultimi tempi a raccontare la sua vita su Instagram, e che vita. Non aveva voglia di mostrarsi, non dava interviste, aveva bisogno dei suoi tempi per rispondere, e ormai i tempi delle tv e dei giornali sono diventati feroci”.

Anche l’annuncio della sua morte è stato dato sui social.

“Stava anche su Facebook perché non voleva censure né misure, stava preparando un libro sulla boxe, aveva portato ai Festival il film della sua vita, ma a Bari c’era andata solo sua moglie Loredana, regista. Non si sentiva più nemmeno uomo Rai e aveva lanciato un crowdfunding per riprendersi l’archivio delle immagini”.

Casa sua, scrive Smorto, “era un misto fra Cinecittà e le Olimpiadi, fra Sanremo e un festival di musica latinoamericana”.

C’erano Monica Bellucci in completo di pelle, Arbore che suonava, i cubani Moncada che facevano Guantanamera. Ma anche Massimo Troisi con Jennifer Beals, e Frei Betto.

“Nell’ambiente era invidiato e lavorava da solo: prima dei Mondiali di Argentina ’78 fu l’unico giornalista a chiedere in conferenza stampa ai membri della giunta militare: «Qui si rincorrono voci su persone che spariscono». «Non ci risulta» rispose dal tavolo l’ammiraglio torturatore, ma poi funzionari Rai gli consigliarono di ripartire subito”.

La stagione di Blitz, su Rai2, “è antologia della televisione”. Da lì sono passati tutti, la domenica pomeriggio, da Fellini a Celentano, da Carmelo Bene a Pino Daniele.

“Sicuramente le interviste a Fidel Castro furono un punto di svolta della sua vita. La prima dura 16 ore e il líder máximo inizia dicendo «Cercherò di sintetizzare». La prendono le tv di tutto il mondo. In Natural Born Killers c’è uno che dice: «Voglio un’intervista come quella che ha fatto quell’italiano a Castro!!!». Ma nell’edizione del film arrivata da noi quella battuta non l’hanno messa. Gianni fu accusato di aver fatto un’intervista accondiscendente e ne soffrì”. 

Minà scriveva anche per Repubblica.

“per la verità sforava con lo spazio, ogni volta era un problema, ma come potevamo tagliare uno scoop… Sarà ora sulla stessa nuvola di Gianni Mura e Mario Sconcerti: insieme hanno portato un racconto dello sport mai banale, che andava oltre il campo di gioco, che toccava il cuore della gente”.

“Abbiamo avuto sue esclusive con Mennea, con Maradona. Io ho lavorato tanto al suo fianco, non è stato sempre facile, ma all’ombra dei giganti si sta benissimo, e si impara sempre”.

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