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Jankto: «Ora sono libero. Si vive una sola volta, non aveva senso continuare a fingere»

Il calciatore a Marca dopo il suo coming out: «La fascia One Love ai Mondiali? È un tema che non mi interessa. Rispetto le culture diverse»

Jankto: «Ora sono libero. Si vive una sola volta, non aveva senso continuare a fingere»
Mg Genova 07/03/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jakub Jankto

Il centrocampista dello Sparta Praga, Jakub Jankto, ha rilasciato una lunga intervista a Marca dove ha parlato del suo recente coming out. Di seguito le sue parole:

«Sono state tre settimane difficili, soprattutto la prima, perché non sapevo cosa aspettarmi. Ma le reazioni sono state ottime in Repubblica Ceca, Spagna, Italia».

Dice Jankto che i primi a sapere del suo orientamento sessuale sono stati i genitori e l’ex moglie

«L’anno scorso, i miei genitori e la mia ex moglie sono stati i primi a saperlo. Qualche mese fa l’ho detto ai giocatori e all’allenatore e abbiamo parlato di cosa fare. Mi ha rassicurato dicendomi che non c’erano problemi e questo aiuta molto».

Cosa ha pensato l’ex moglie dopo il coming out:

«È rimasta sorpresa. L’unica cosa difficile è stato dirlo a nostro figlio, ma grazie a Marketa (sua moglie) abbiamo capito cosa fare e facciamo di tutto per nostro figlio».

Jankto afferma di voler essere un esempio:

«Quando è il primo caso nel calcio devi aspettarti che certe reazioni non siano positive, ma io volevo sentirmi libero. Voglio vivere come vivono tutte le persone. L’ho fatto perché voglio aiutare altre persone che hanno un orientamento diverso. Penso di poter essere un buon esempio».

Quando ha capito di essere omosessuale:

«Quando ero piccolo e avevo quattordici o quindici anni sentivo che c’era qualcosa di diverso. Ho provato ad avere rapporti con le donne, ma sentivo che qualcosa non andava. Non aveva senso continuare così per tutta la vita perché vivi solo una volta. Ora sono libero».

Ci sarà maggior libertà di espressione per i gay nel calcio? Jankto spera di si:

«Penso di sì. Non devono avere paura. Molti giocatori hanno paura di dire ad altre persone che hanno un orientamento sessuale diverso. Non mi aspetto che ora gli altri giocatori dicano di essere omosessuali. Vorrei solo che non fosse una novità e che tra cinque o sei anni si dicesse “sono omosessuale” e si potesse continuare in tranquillità»

Ritiene che la Spagna sia un paese omofobo?

«Ci sono molti paesi omofobi, ma non credo che la Spagna lo sia. In Italia, Repubblica Ceca o Spagna è più facile che, ad esempio, in Asia, Africa o Qatar. È più facile e ti aiuta».

Sulla fascia One Love dei Mondiali:

«Questo non mi interessa molto perché, da giocatore, quello che voglio è essere in campo. Quando si discutono questi problemi c’è polemica, ma io non sono una persona che può decidere cosa fare. Ci sono culture diverse e le rispetto. Quando vado in Qatar rispetto tutte le regole, quindi quando sono qui mi aspetto che le persone rispettino le regole. Secondo me, tutto è una questione di rispetto. Devi avere rispetto per il posto in cui ti trovi».

Cosa sogna Jakub Jankto adesso?

«Spero che tutto continui come se niente fosse. Voglio andare avanti come calciatore, non come persona gay. Si spera che accada. Non so cosa accadrà in futuro, ma sicuramente possiamo aiutare e dare il buon esempio. Voglio dare il buon esempio».

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