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Hitlerson 88 è un tedesco del Lipsia che tifa Lazio

Individuato grazie alle telecamere dello stadio, che lo hanno immortalato con altri due tifosi che facevano il saluto romano

Hitlerson 88 è un tedesco del Lipsia che tifa Lazio

La polizia ha individuato il tifoso della Lazio che ha indossato la vergognosa maglia inneggiante a Hitler, durante Lazio-Roma all’Olimpico. L’indagine è stata rapidissima: tre i tifosi identificati, grazie alle immagini catturate dalle telecamere dello stadio della Capitale. Uno di loro, appunto, è quello che ha indossato la maglia oltraggiosa: Hitlerson 88.

Si tratta di un ragazzo tedesco, tifoso della Lazio. E’ stato identificato insieme ad altri due tifosi ripresi dalle telecamere mentre facevano il saluto romano. Il tedesco era entrato all’Olimpico senza la maglietta indosso. L’ha messa quando ha preso posto in tribuna Monte Mario. La Repubblica scrive:

“La polizia ha già dato un nome e un cognome al tifoso laziale che in tribuna, domenica durante il derby Lazio-Roma, indossava la maglia della vergogna con la scritta “Hitlerson” che giganteggia sopra il numero “88”, ovvero il simbolo utilizzato come saluto ad Adolf Hitler. È un ragazzo tedesco, identificato insieme ad altre due persone immortalate mentre facevano il saluto romano. L’uomo era entrato all’Olimpico senza indossare la maglietta, salvo poi mettersela quando ha preso posto in Monte Mario. Per identificare i tre sono state indispensabili le immagini catturate dalle telecamere interne all’Olimpico”.

Il Messaggero scrive che il tedesco è un tifoso del Lipsia.

“Il tifoso, se così si può chiamare, che sfoggiava in Tribuna la maglia «Hitlerson 88» è stato identificato e, udite udite, è straniero e un fan del Lipsia. Daspo a vita. Chissà cosa sarebbe accaduto se avesse mostrato quella casacca in Germania”.

Ieri la Lazio ha diffuso un comunicato in cui condanna l’antisemitismo e ne prende le distanze, dichiarandosi parte lesa. Questo il testo della nota biancoceleste.

“La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita. Le condanne della Società contro azioni di questo tipo, che nulla hanno a che fare con il tifo sano come viene rappresentato dalla Società, sono sempre state puntuali e mai generiche, supportate da iniziative specifiche volte a prevenire e combattere tali fenomeni. La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti. L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Siamo stati spesso i primi e gli unici ad intervenire, denunciando pubblicamente, chiedendo collaborazione alle forze dell’ordine per la repressione e attivando iniziative di carattere educativo. Abbiamo cercato di evitare, isolare e contrastare questi fenomeni. Continueremo a farlo senza esitazioni, per difendere in Italia e all’estero l’immagine della Società, che è anche Ente Morale e non ha mai avuto nulla a che fare con queste azioni. La Lazio si ispira a valori opposti: inclusione, sportività e rispetto di tutti. Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche”.

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