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Cucinotta: «Dopo Il postino ho scoperto di essere dislessica. Da piccola pensavano avessi problemi cognitivi»

Al Messaggero: «Sbaglio le finali, inverto le vocali, e mentre parlo se mi distraggo le parole si confondono. Per questo gesticolo, tengo il tempo».

Cucinotta: «Dopo Il postino ho scoperto di essere dislessica. Da piccola pensavano avessi problemi cognitivi»

Sul Messaggero un’intervista a Maria Grazia Cucinotta. Nel 1987 fu eletta Miss Italia e poco dopo fu scritturata da Renzo Arbore per “Indietro tutta” su Rai2. Da allora ha lavorato per cinema e tv fino a quando Massimo Troisi non la
scelse come sua partner per “Il postino“, il suo ultimo film. Da allora lavora a lungo negli Usa e in Cina, anche come
produttrice.

La Cucinotta racconta l’importanza del cinema nella sua vita.

«Con un lavoro qualsiasi non ce l’avrei mai fatta. Non avevo una famiglia alle spalle e, come dislessica, a scuola faticavo a studiare. E parlare davanti agli altri per me era un incubo».

I primi film come li ha fatti? Cucinotta:

«Non lo so, era una tortura. Ma aiutavo i miei a livello economico, non potevo mollare. Per quello ho lottato contro me stessa. Ricordo le orecchie che mi pulsavano e diventavano bordeaux dalla vergogna. Nel 1992 al Tg delle vacanze di Gaspare e Zuzzurro, su Canale 5, non riuscivo a parlare. Loro capirono e mi aiutarono. Come Troisi due anni dopo. Non mi fecero mai sentire handicappata, incapace, o ignorante».

Quando ha saputo di avere la dislessia? Cucinotta racconta:

«Tardi, a 24 anni. Da ragazzina pensavano che avessi problemi cognitivi. Me l’hanno diagnosticata in America, dopo Il postino, quando studiavo inglese».

In pratica che problemi ha?

«Sbaglio le finali, inverto le vocali, e mentre parlo – se mi distraggo – i binari con le parole si incrociano e faccio fatica a rimetterli in linea. Per questo gesticolo sempre e faccio esercizi mentali: mi servono per tenere il tempo».

L’inglese l’ha imparato? Cucinotta:

«Sì. Ho fatto più fatica con l’italiano quando non sapevo di essere dislessica. In cinese, invece, so presentarmi, ma in un ristorante è meglio se non ordino».

Dopo 37 anni di carriera lo può dire: perché c’è sempre stata un po’ di diffidenza nei suoi confronti?

«Ero una ragazzina timida e sola, circondata da persone che pensavano solo a guadagnare grazie a me. Ho commesso sbagli pazzeschi, come rifiutare tanti film in America per paura di non essere all’altezza. E così ho fatto credere di essere chiusa, poco disponibile e per niente sorridente. Io che sono l’antidepressivo di amici e parenti».

Adesso come si sente? Cucinotta:

«Come una iena (ride). Ho un’esperienza che non avevo a 20 anni, sono più tranquilla e disinibita, anche a livello sessuale. Non penso più a cosa fare, dire, o volere. Magari mi prendo in giro da sola ma non mi faccio più prendere in giro. Sono gli uomini che a 50 anni hanno bisogno di far sentire il loro cervello basso ancora giovane e vanno con le ragazzine».

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