La Stampa intervista il procuratore aggiunto Amato: «Queste persone, in genere pregiudicate, hanno poco da perdere, vivono di violenza»

La Stampa intervista Sergio Amato procuratore aggiunto a Napoli. Che difende le forze dell’ordine e dice che il problema è l’inefficacia della legislazione.
Il problema è sul piano giudiziario. Si è diffuso questo senso di impunità».
«È un trend ventennale. Il sistema penale è inefficace sia sul piano cautelare, sia su quello processuale, sia su quello esecutivo
delle pene. Il risultato è che si affievolisce la portata dissuasiva nei confronti di certi soggetti. Questo fa crollare tutto lo sforzo che si fa sulla prevenzione. Queste persone, in genere pregiudicate, hanno poco da perdere».
In che senso?
«Un paio di giorni agli arresti, poi un lungo processo dagli esiti incerti. Reati con pene contenute: lesioni, danneggiamenti. Difficile contestare la devastazione. Nella peggiore delle ipotesi una condanna che difficilmente li riporterà in carcere, senza dire degli sconti con i riti alternativi. Infatti ritroviamo gli stessi soggetti protagonisti a breve distanza dalla scarcerazione. Non temono obbligo di firma e daspo. Indebolimento della fase cautelare e ineffettività della pena sono una miscela esplosiva».
Come è cambiato il mondo ultras?
«Il mondo ultras è a sé, vive di violenza. Al punto che s’inventa la conflittualità con altre tifoserie, stabilisce e rompe gemellaggi
e alleanze trasversali. Fino alle trasferte organizzate perfino all’estero solo per vendicare tifoserie amiche».