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Barbano: la fame del Napoli dipende dalla voglia di rivincita dei calciatori e di Spalletti

Sul CorSport. Gran parte degli azzurri viene da campionati minori. Spalletti è creativo e visionario ma ha vinto meno di tutti, è il più insoddisfatto 

Barbano: la fame del Napoli dipende dalla voglia di rivincita dei calciatori e di Spalletti
Napoli's French midfielder Tanguy Ndombele (C-R) celebrates with his teammates after scoring his side's fourth goal during the Italian Serie A football match between Torino and Napoli on March 19, 2023 at the Olympic stadium in Turin. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

La fame del Napoli, di cui ha parlato anche l’allenatore, Luciano Spalletti, nell’intervista post partita a Dazn dopo il 4-0 al Torino, dipende da più fattori, scrive Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport. Innanzitutto, il Napoli ha calciatori che vengono da campionati abituati a guardare il calcio dal basso verso l’alto, campionati minori. Per loro questo Napoli rappresenta una rivincita.

“Hanno fame. Fame di arrivare. Al netto della maggior classe, della migliore dotazione atletica, della più ampia varietà degli schemi, ciò che fa del Napoli una squadra imbattibile è l’umiltà”.

Un esempio di umiltà è Kim, che quando perde palla insiste nel pressing sugli avversari finché non riesce a riconquistarla. Barbano scrive:

“La sua implacabile determinazione è la metafora di un gruppo di outsider che fortissimamente vuole trasformarsi in un gruppo di top player. C’è un collante motivazionale tra gli azzurri che Spalletti sta portando sul tetto d’Italia e d’Europa: è la coscienza di quanto questa esperienza possa trasformare la propria carriera in un modo inaspettato e irreversibile. È una convinzione condivisa, che per molti suona come una rivincita. La gran parte degli indomabili azzurri viene da Paesi e campionati abituati a guardare al calcio dal basso in alto: Slovacchia, Albania, Sud Corea, Camerun, Nigeria, Georgia, Messico. Così il miracolo Napoli è la somma di tante scommesse individuali sulla possibilità di rovesciare il destino”.

E l’allenatore, Luciano Spalletti, è perfetto per un gruppo così. Perché è un tecnico insoddisfatto: tra i big è quello che, finora, ha vinto meno e immeritatamente.

“È una sfida che non avrebbe potuto avere una leadership più azzeccata: Spalletti è il tecnico più creativo e visionario del campionato italiano, ma anche il più insoddisfatto, perché fin qui quello che, tra i big, ha vinto di meno. A sessantaquattro anni, la sua parabola sportiva fa di questa cavalcata trionfale la revanche dell’ultimo miglio”.

Persino i tifosi fanno parte di questa alchimia.

“C’è nell’egemonia del Napoli un’energia supplementare. Viene dalla fusione tra motivazioni personali molti forti
che, facendosi specchio tra loro, si moltiplicano. Di questa alchimia fa parte anche la trentennale attesa del pubblico, ieri in diecimila sugli spalti di Torino”.

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