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Acerbi: «Non mi lego ai mister. Il mister è il mister, ci vuole una distanza definita»

A Dazn: «Mi trovo bene all’Inter, dipendesse da me rimarrei senza problemi, ma non aspetterò fino ad agosto come lo scorso anno»

Acerbi: «Non mi lego ai mister. Il mister è il mister, ci vuole una distanza definita»
FC Porto's Iranian forward Mehdi Taremi vies with Inter Milan's Italian defender Francesco Acerbi (back) during the UEFA Champions League last 16 second leg football match between FC Porto and Inter Milan at the Dragao stadium in Porto on March 14, 2023. (Photo by MIGUEL RIOPA / AFP)

Il difensore dell’Inter, Francesco Acerbi, ha rilasciato una lunga intervista a Dazn.

Il mese di aprile sarà decisivo per l’Inter. Acerbi:

“Non vedo l’ora, c’è un po’ di paura, di adrenalina. Sono partite da dentro o fuori. Vedendo tutte le partite che abbiamo ovviamente nello spogliatoio una chiacchierata ce la siamo fatta. C’è anche il campionato che però non ci fa stare tranquilli. Champions? Te la devi giocare. Il Benfica è fortissimo, però è alla nostra portata. Ce la possiamo giocare, è importante passare il turno”.

Troppe critiche alla squadra?

“Penso sia giusto dire le cose positive, come la Supercoppa o i quarti di finale di Champions raggiunti. Puoi anche riuscire ad andare in semifinale. Sono tutte partite alla nostra portata. Bisogna dare i meriti che si dimenticano sempre, bisogna però guardare anche l’altra parte. Abbiamo avuto troppi alti e bassi, potevamo avere 10/12 punti in più in classifica”.

Inzaghi è come un fratello maggiore? Acerbi:

“Non sono quel calciatore che si lega al mister. Il mister è il mister. Lo saluto, lo rispetto, lo apprezzo perché mi ha voluto alla Lazio e all’Inter. Il mister deve fare le sue scelte e bisogna rispettare le sue scelte. Ci vuole una distanza definita”.

Il tuo primo idolo?

“Weah a 7 anni. Da piccolo ero attaccante, poi è arrivato Nesta ma il primo idolo fu lui”.

Il gol di Kostic in Juventus-Inter?

“Viziato da un tocco di mano. Hanno però vinto meritatamente, magari non facevano mai gol però erano più convinti ed equilibrati in campo. Questo episodio può essere uno stimolo per la Coppa Italia”.

Il gol di testa contro il Parma?

“Ero in corsa, ce l’avevo sulla testa e l’ho colpita d’istinto. Abbiamo riso con Buffon”.

Ti aspettavi un rendimento così alto?

“Ho avuto sempre buone stagioni. Conosco i miei punti di forza, posso ancora fare meglio. Alla fine però sono i risultati che contano, vediamo come finisce la stagione”.

Qual è il giovane che ti piace di più?

Scamacca“.

L’avversario che avresti voluto sfidare?

“Messi”.

Il compagno più acculturato?

Darmian“.

Gli ultimi minuti contro il Porto?

“E’ stata la partita più sofferta. Tanta paura, la palla arrivava da tutte le parti. Menomale che c’era Dumfries sulla linea, l’ho ringraziato e lì ho capito che la portavamo a casa. L’ho vista dentro. Ci stavano schiacciando”.

Lo stadio più bello dove ho giocato?

“San Siro”.

Qual è la tua sensazione per il futuro? La tua speranza qual è?

“La speranza c’è, voglio rimanere all’Inter. Non so niente, non mi interessa nulla. Mi aspettano due mesi importanti, fondamentali, cerco di fare solo il mio meglio. Quello che succederà, succederà. Mi trovo benissimo, dipendesse da me rimarrei qui senza problemi. Non aspetto però fino ad agosto come lo scorso anno, sicuramente. Non voglio mettere fretta alla società, sicuramente, ma non faccio come lo scorso anno e loro lo sanno”.

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