Il commento sull’arbitro di Seconda Categoria che ha dovuto fischiare la fine della partita in anticipo perché ha subito pesanti insulti razziali
Nel corso della presentazione del “Report dell’osservatorio calciatori sotto tiro”, a cura dell’AIC, il presidente federale Gabriele Gravina parla così di quanto emerso:
«C’è un tema delicato, che non può essere sottovalutato. I dati preoccupano ed evidenziano la necessità delle istituzioni di costruire coi nostri valori una sorta di schermo contro questo tipo di aggressioni. Al di là dei casi di violenza fisica, che nelle nostre competizioni sono diminuiti notevolmente, c’è una sorta di tribunale pubblico sui social che desta grandissima preoccupazione. Tutto questo richiede un intervento drastico da parte nostra, un’azione di sistema per contrastare forme di violenza legate a leoni da tastiera»
Commentando quando accaduto all’arbitro Mamady Cissé che ha fischiato in anticipo la fine della partita Bessica-Fossalunga, valida per il Girone S di Seconda Categoria, in anticipo, abbandonando il campo dopo aver ricevuto delle pesanti offese razziste dagli spalti per un rigore stabilito agli ospiti
«Bisogna dire basta alle aggressioni agli arbitri. Io oggi sono Cissé, tutto il calcio è Cissè e deve combattere questa forma di cultura becera che deve essere espulsa dal nostro sistema»
. Sulla situazione del fischietto della Sezione Aia di Treviso, originario della Guinea, dovrà ora pronunciarsi il Giudice sportivo provinciale di Treviso.
Il 2023 non è iniziato benissimo tra cori razzisti e di discriminazione territoriale, a che provvedimenti state pensando?
«Le norme che abbiamo adottato sono particolarmente efficaci per la lotta al razzismo e di discriminazione territoriale e oggi evidenzieremo anche un altro fenomeno a cui dire basta immediatamente come le aggressioni ai nostri arbitri. Le norme ci sono, serve solo più collaborazione nel mondo del calcio. Mi auguro un inasprimento delle pene, a volte il Daspo non mi sembra sufficiente»
Processo alle plusvalenze Juve, è possibile regolamentare le plusvalenze?
«Se ne parla da tantissimi anni ma nessuno riesce a trovare la soluzione. Quando ci muoviamo nel campo dell’economia di mercato, è davvero difficile trovare elementi oggettivi ma aspetto lumi da chi è deputato a giudicare questi fenomeni. Io ritengo che non ci siano dati oggettivi nel caso di scambi di mercato»
Sintomo di un movimento che fatica, la Sampdoria lavora su un accordo per gli stipendi restanti.
«Questo però è legato al tema delle minusvalenze, non delle plusvalenze. L’economia mondiale vive un momento di difficoltà e il calcio non è esente da questo discorso. Un conto è lavorare sui ricavi e un altro è mettere sotto controllo i costi. Per la prima ci sono delle leggi di mercato, per il secondo invece conta la nostra gestione. Serve un giusto equilibrio tra la politica dei ricavi e la gestione della spesa»