ilNapolista

Christillin: «Da ragazza ero una secchiona. I miei mi promettevano soldi se avessi preso brutti voti»

Al CorSera: «Mi dicevano: “non studiare, divertiti”. Gli Agnelli mi hanno quasi adottata, gli sono grata. Ho affetto per loro, molto per Lapo».

Christillin: «Da ragazza ero una secchiona. I miei mi promettevano soldi se avessi preso brutti voti»
Db Milano 23/09/2019 - The Best FIFA Football Awards / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Evelina Christillin

Il Corriere della Sera intervista Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio di Torino e rappresentante Uefa nel Consiglio Fifa. La Christillin si racconta bambina.

«Immagini una famiglia alto borghese nei primi anni ’60, con le tate francesi… I miei genitori erano stati piccoli durante la guerra, avevano sofferto, poi, papà diventò un grande pilota di Mille Miglia, lui e mia madre avevano molta voglia di vivere: non consideravano lo studio proprio un dovere. Io, però, ero totalmente secchiona, cosa che infastidiva quei due simpatici gaudenti. Mi dicevano “non studiare, divertiti” e mi promettevano soldi se avessi preso brutti voti. Ma io quei soldi non li ho mai vinti».

La sua famiglia che cosa si aspettava da lei? Christillina:

«Che sapessi stare al mondo, facessi sport, parlassi le lingue, sapessi preparare una bella tavola. Però io e mia sorella eravamo adolescenti nel ’68 e non volevamo dipendere dai genitori o da un marito. Io, a 22 anni, sono andata a lavorare alla Fiat proprio per tirarmi fuori di casa».

Sugli Agnelli, che erano amici di famiglia:

«L’avvocato veniva con noi a Sestriere: si divertiva a vedermi sciare quando già da piccola facevo agonismo. Poi, da ragazza, sono andata a vivere in collina e ci ho ritrovato Gianni e Marella, che mi hanno quasi adottata. Sono grata
agli Agnelli, ho affetto per loro, molto per Lapo. A Marella devo i tre quarti delle cose che so. Mi prese in gran simpatia, la accompagnavo ovunque: al Chelsea Flower a Londra, in Olanda a vedere i tulipani…».

La Christillin parla del suo rapporto con Marella.

«Al cospetto di questa donna con uno stile incredibile e un forte senso artistico, mi sentivo Heidi, una pastorella di montagna. Lei era tutto quello che volevo essere. Da lei, ho imparato ad apprezzare l’arte, la cultura, a stare tra
persone riconoscibili e di valore stando tre passi indietro ed è tutto quello che mi è servito quando l’Avvocato mi
candidò a guidare il comitato promotore delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, la miccia da cui la mia vita è partita a razzo».

Prima donna europea nel governo mondiale del calcio. Come è stata accolta?

«Non ho sentito pregiudizi, anche perché mi occupo di aspetti finanziari, non di fuorigioco, sebbene sia sempre stata tifosa».

 

ilnapolista © riproduzione riservata