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Zaniolo, o della barbarie. Se la violenza è considerata normale, che speranze abbiamo?

Il calcio italiano non è attrattivo perché è estraneo a contesti civili, vive immerso nella legge della giungla. E se ne compiace. Ci si mette anche Mourinho

Zaniolo, o della barbarie. Se la violenza è considerata normale, che speranze abbiamo?
Db Torino 17/10/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Jose' Mourinho-Nicolo' Zaniolo

Zaniolo, o della barbarie. Siamo a dir poco esterrefatti. Sembra quasi che le minacce e gli inseguimenti sotto casa siano la normalità per un calciatore che – improvvisamente o meno, questo non lo sappiamo e non ci sembra rilevante – decide che il suo tempo è finito in quella determinata squadra di calcio. Non ci pare di aver letto né udito in questi giorni prese di distanza da quel che è successo a Roma. Come se le contestazioni ai limiti della violenza facessero parte del gioco. È un po’ come dire: “ti piace guadagnare tanto e magari fare il ragazzino? È questa la lezione che ti meriti”. Siamo al limite della legge della giungla.

La presunta immaturità di un calciatore è tema del tutto estraneo all’incolumità fisica o alla serenità di portare avanti la propria esistenza. È difficile non essere d ‘accordo con la madre di Zaniolo quando dice: «Non mi piace questo silenzio». E in effetti è da vigliacchi. Cosi come sono da irresponsabile le parole di Mourinho che – avendo appena compiuto sessant’anni – non può non tenere conto del contesto di follia. Si può criticare Zaniolo, si può avere un’idea chiara della sua immaturità e inaffidabilità come calciatore. Ma nulla può giustificare dichiarazioni che aizzano l’ambiente e che quindi mettono a rischio la sicurezza del giocatore.

Pare che ormai venga data per assodata la reazione del circo dei tifosi. Come se fosse la normalità. Hai voluto abbandonare la Roma? È questa la reazione che ti meriti. Francamente ci sembrerebbe superfluo persino sottolinearlo ma evidentemente non lo è. Considerare “normale” e “fisiologica” la reazione violenta dei cosiddetti tifosi è un’altra faccia dell’arretratezza del calcio italiano. I nostri diritti tv all’estero valgono quattro soldi anche per questo. Il calcio italiano non è attrattivo anche perché, di fatto, giustifica la violenza. Oltre a illeciti di ogni tipo finché la montagna di polvere non è più occultabile. Il calcio italiano non è attrattivo perché, al fondo, siamo fermi all’età della pietra. E, a quanto pare, questa arretratezza sta bene a tutti. A noi, francamente, fa schifo.

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