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Sacchi: «A Milano Kvaratskhelia sembrava il fratello gemello»

Al Corriere della Sera: «Senza bellezza il Napoli di Spalletti non vincerà. L’Inter di Inzaghi ha giocato “primo non prenderle” ma è stata più pericolosa»

Sacchi: «A Milano Kvaratskhelia sembrava il fratello gemello»
Db Milano 04/01/2023 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Milan Skriniar-Khvicha Kvaratskhelia

Il Corriere della Sera intervista Arrigo Sacchi che ovviamente parla anche del Napoli.

Arrigo Sacchi, il campionato si è riaperto?

«Direi di sì».

L’ha sorpresa un Napoli così timido a San Siro?

«Alcuni giocatori non sembravano quelli che abbiamo visto finora: mi sono chiesto se Kvaratskhelia fosse il fratello gemello…».

Spalletti deve allarmarsi?

«Non è una catastrofe, ma deve ritrovare mentalità vincente, entusiasmo, generosità, passione. E quel gioco brillantissimo fatto finora».

È un’Inter da rimonta?

«Ha giocato la sua partita: primo non prenderle, difendere con tutti e attaccare con pochi. Però è stata più pericolosa del Napoli».

«Il Napoli che abbiamo visto nella prima fase era stata la squadra più bella, divertente e anche più vincente. Senza bellezza è difficile vincere».

Per Spalletti il lavoro da fare è soprattutto mentale?

«A Milano e a Torino c’è una mentalità vincente. A Milano più nel Milan che nell’Inter, che pratica un calcio tattico, con una prevalenza del non gioco, dove si confida nel singolo o nel contropiede».

«Il Milan, mio e di Capello, ha stupito tutti, creando un grande collettivo. Ma quel Milan c’era per il club che aveva alle spalle: con la sua storia, la sua visione, il suo stile. Il club viene prima della squadra, così come la squadra viene prima del singolo».

Capitolo Juventus, che ne pensa di una vittoria come quella di Cremona?

«Che ci sono dei giocatori di qualità. Per quanto riguarda il gioco, mancano diversi uomini. Ma siamo sempre nel campo del tatticismo che c’è anche nel Paese e significa giocare sull’errore dell’altro: il gol è arrivato perché il portiere ha sbagliato totalmente la barriera sulla punizione».

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