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Luisa Ranieri: «In Italia c’è poca fantasia. Se hai una certa fisicità ti incasellano»

A La Repubblica: «Se fai solo la bellona, non puoi aggiungere bravura. Non ho problemi a trasformarmi, è più il regista che ha paura».

Luisa Ranieri: «In Italia c’è poca fantasia. Se hai una certa fisicità ti incasellano»
LUISA RANIERI.Roma 12/01/2011 Immaturi - Photocall..Photo Zucchi Insidefoto

La Repubblica intervista l’attrice napoletana Luisa Ranieri. E’ la protagonista della serie “Le indagini di Lolita Lobosco”, su Rai1, diretta da Luca Miniero e tratta dai libri di Gabriella Genisi. Interpreta un vicequestore a Bari. La serie ha sbancato l’Auditel.

«Piace perché è una donna forte che si fa domande sulla vita, come tante di noi».

Lolita è una donna del Sud che esce dagli schemi. La Ranieri dice:

«Non è sposata, non ha figli, comanda un sacco di maschi. Ha un rapporto disfunzionale con gli uomini per via della professione su cui ha investito tutto. La priorità è il lavoro, l’amore non è il centro della sua esistenza. Ma si fa domande. Questa fragilità la rende umana, vedo dal mio Instagram che è molto amata».

Quando è cambiata la prospettiva della sua carriera? Ranieri:

«Da cinque anni. I tanti no detti e le attese hanno portato frutti. Sono stata ferma per aspettare il ruolo giusto. È un lusso, lo so bene. Ho potuto farlo grazie a Luca (Zingaretti, suo marito, ndr), non c’era l’esigenza di andare a lavorare per portare la pagnotta a casa. Se fai solo la bellona, la moglie, non puoi aggiungere bravura, non c’è un quid in più. Fino a un certo punto pareva che non ci fossero ruoli».

Spiega perché:

«Per i cliché, perché c’è poca fantasia. Se hai una certa fisicità è più facile incasellarti. Non è così. In Cefalonia ero la mamma di Jasmine Trinca, in Veleno, ambientato nella terra dei fuochi, non ero curata, ne La vita promessa ero ingrassatella. Mi sono invecchiata per fare Luisa Spagnoli. Non ho problemi a trasformarmi se il ruolo lo richiede, è più il regista che ha paura. Sta lì a chiedersi: “Come faccio ad abbassare questa fisicità?”. Ho sempre pensato che puoi esaltare o mortificare, puoi fare tutto».

Oggi girerebbe un film con Luca Zingaretti? Ranieri:

«Certo, girerei volentieri un film con Luca. Non temo più, come prima, di risultare “la moglie di”. La sua popolarità era schiacciante, non volevo avere facilitazioni e sembrare fuori posto. Mi sono fatta la mia strada, mollichella su mollichella. Non c’è più il pericolo che dicano: beh, è la moglie di Zingaretti. Lavoro perché sono io, la gente riconosce me non perché sono sua moglie».

L’esperienza con Paolo Sorrentino è stata determinante?

«Incontrare un regista del calibro di Paolo è un regalo. Il ruolo di zia Patrizia era bellissimo. Sono in ottimi rapporti con Paolo, l’esperienza agli Oscar è indimenticabile».

Sorrentino tornerà a Napoli per girare un film sulla Sirena Partenope: la Ranieri sarà nel cast?

«Chi può dirlo?».

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