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Luisa Ranieri: «Napoli è una città feroce. Anche la gentilezza è cruda, non ha tratti borghesi» 

A Sette: «Tutto è amplificato: il traffico, la gente che urla, come ci si veste e come ci si muove. Ogni volta che ci vado ho quasi paura nelle prime 48 ore» 

Luisa Ranieri: «Napoli è una città feroce. Anche la gentilezza è cruda, non ha tratti borghesi» 
LUISA RANIERI.Roma 12/01/2011 Immaturi - Photocall..Photo Zucchi Insidefoto

Sette, settimanale del Corriere della Sera, intervista Luisa Ranieri. Nata a Napoli, è andata via quando aveva 20 anni. Prima Milano, poi Parigi, infine si è fermata a Roma. In questi giorni è in Puglia per girare da protagonista la nuova serie televisiva dedicata a Lolita. Le chiedono di paragonare Napoli a Bari.

«Ci sono tante differenze. Napoli è più aggressiva, ruggisce. Non a caso da quell’atmosfera di contrasti anche violenti sono emersi scrittori, registi, personalità artistiche. Il dramma inevitabilmente forgia. Napoli è un unicum di colori, caos, vitalità ma è anche una città feroce. Quando ci vado ho nelle prime 48 ore quasi una sensazione di paura e poi quando mi allontano sento il bisogno di tornare. Tutto è amplificato: il traffico, la gente che urla, come ci si veste e come ci si muove. Anche la gentilezza è più cruda, non ha tratti borghesi. Penso che Napoli non sia replicabile, non è globalizzabile».

Su Bari:

«La Puglia è decisamente più dolce, la trovo protettiva, quasi materna. I baresi hanno toni più morbidi. Un temperamento diverso. E anche il peso della criminalità si avverte meno che a Napoli. Ho trovato i baresi molto attaccati al loro dialetto, c’è un legame identitario con il suono delle parole. Amo i dialetti, li studio quando riesco perché sanno realizzare una connessione profonda con la pancia delle persone. Adda passà ’a nuttata è un’espressione che tradotta in italiano perderebbe la sua forza e insieme non trasmetterebbe lo stesso sentimento di speranza».

 

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