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Il Napoli è Mike Tyson: la Juve torna a casa con un mortificante 5-1

Osimhen e Kvaratskhelia fanno a pezzi la squadra di Allegri che pure ha provato a giocarsela. Il Napoli di Spalletti è nettamente più forte di quello degli anni scorsi

Il Napoli è Mike Tyson: la Juve torna a casa con un mortificante 5-1
Ci Napoli 13/01/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Juventus / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Victor Osimhen

L’ultimo 5-1 alla Juventus risale al 1990, Supercoppa d’Italia. C’erano ancora Maradona e Careca. La Juve di Maifredi venne travolta. Fu il canto del cigno di quella grande squadra. Trentadue anni dopo, anzi quasi trentatré, il Napoli è tornato a rifilare cinque gol alla Juventus. A mostrare una superiorità disarmante nei confronti della squadra da sempre considerata lo spauracchio della città.

Il Napoli di Spalletti ha travolto la Juventus di Allegri. Lo ha fatto perché è nettamente più forte. Perché ha i due calciatori più forti della Serie A, Osimhen e Kvaratskhelia (con buona pace dei milanisti e del loro comprensibile amore per Leao).Perché ha più fame. Questo Napoli è una macchina da guerra. E stasera ha giocato una partita vera. Non è stata solo bellezza. Questo Napoli è distante anni luce dal Napoli di Sarri. È un Napoli che sa soffrire, che sa lottare, che sa picchiare. E che ovviamente a pallone sa giocare. È figlio di Luciano Spalletti che ha i suoi meriti. Tanti se pensiamo alla trasformazione e alla maturazione di Osimhen. Ma ha anche una squadra che è notevolmente più forte di quelle degli anni scorsi.

Kvaratskhelia è un giocatorone. Non c’è quotidiano straniero che non abbia dedicato un approfondimento al georgiano. Persino il New York Times. Kvicha Kvaratskhelia ha ribadito, ove mai ce ne fosse bisogno, che è un calciatore formidabile. Non c’è un’età per essere fuoriclasse, solo in Italia si ragiona con logiche da nonnismo. Si è fuoriclasse alla nascita. Si capisce subito la strada che si fa nella vita. Poi, può accadere che le cose vadano storte, come al Noodles di “C’era una volta in America”. Ma quella è un’altra storia.

Ma Spalletti, dopo qualche sbandamento dialettico iniziale, ha capito subito che aveva tra le mani una Ferrari. Che aveva tra le mani Mike Tyson. Il Napoli ha impartito una lezione di calcio. Non tanto tatticamente, perché la Juventus il suo l’ha fatto. Allegri ha provato a giocarsela, ma la sua squadra infinitamente più debole. È nel corpo a corpo che il Napoli ha fatto male. Nel primo gol c’è tutto: sforbiciata di Kvara in mezzo all’area e poi Osimhen che di testa la deposita in rete su respinta di Szczensy. E poi il secondo, a ruoli invertiti: Victor che approfitta di una cappellata di Bremer, alza la testa e vede il georgiano solo soletto in area. Gliela passa e lui segna. Come a ricordare il ritornello del film “Gambe d’oro”: «Tu passi a me, io passo a te, uno due gol questo è il fascino del football».

Neanche il gol di Di Maria ha invertito il trend della serata. Si è tornati in campo sul 2-1 ed è stato un massacro. Il terzo di Rrahmani – che pure aveva mostrato pericolose titubanze nei primi 45 minuti – poi il quarto di Osimhen e il quinto di Elmas. Quello del Napoli è uno strapotere. È una squadra fortissima. Costruita in estate da Giuntoli, Micheli e De Laurentiis che finalmente ha dato l’ok a disfarsi di calciatori sopravvalutati. Perché anche questo va detto: Mertens non vale Osimhen, Insigne non vale neanche mezzo Kvaratskhelia e Koulibaly non vale Kim. Per i nostalgici è dura da digerire ma è così.

Il campionato non è finito, ma sarò davvero dura far male al Napoli. Che stasera ha dato una lezione di calcio. Ha offerto una dimostrazione di dominio che raramente si era vista in Serie A. Bisogna tornare alle grandi squadre italiane, almeno vent’anni dietro.

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