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Gnonto: «Lo spirito combattivo fa parte del mio gioco. L’ho ereditato dai miei genitori»

Al Telegraph: «Il gol alla Di Canio? In video è venuto meglio di quel che sembrava dal campo, sul terreno di gioco non ha tempo per pensare»

Gnonto: «Lo spirito combattivo fa parte del mio gioco. L’ho ereditato dai miei genitori»
Db Bologna 04/06/2022 - Uefa Nations League / Italia-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Wilfried Gnonto

Sul Telegraph un’intervista a Willy Gnonto, attaccante italiano del Leeds United. Si è trasferito in Inghilterra da cinque mesi soltanto ma ha già conquistato tutti. I commentatori sportivi lo elogiano soprattutto per il suo spirito combattivo.

«È sempre stato parte del mio gioco. L’ho ereditato dai miei genitori, soprattutto da mio padre. È la prima cosa che mi dice: non se ho giocato bene o non ho giocato bene, ma che devo dare tutto in campo. È quello che cerco di fare. A volte gioco bene, a volte no, ma cerco sempre di portare me stesso in partita e di dare qualcosa alla squadra».

Il Telegraph ricostruisce la vita di Gnonto, a partire dai genitori ivoriani che si sono trasferiti a Baveno sul Lago Maggiore alla ricerca di una vita migliore, 25 anni fa. Gnonto ha frequentato l’accademia dell’Inter.

«Non eravamo ricchi, ma avevamo tutto ciò che dovevamo avere in quel momento. Stavamo insieme. Avevamo una casa e i miei genitori avevano un lavoro. Ho solo provato a giocare a calcio e questa è stata la parte più difficile, perché Milano non era vicina. È stata dura, ma non abbiamo avuto problemi perché siamo umili».

La sua ascesa è stata rapida, ha debuttato come professionista poco più di due anni fa per il Zurigo. Poi la firma col Leeds. Un accordo andato in porto molto in fretta, talmente in fretta che Gnonto ha debuttato subito con la nuova maglia.

«Mi sono allenato al mattina, poi sono tornato a casa, ho dormito due o tre ore e mio padre mi ha detto di tenere il telefono vicino. Eravamo seduti a casa e non sapevamo cosa sarebbe successo, poi alle 18 o alle 19 il mio agente mi ha chiamato per prepararmi perché saremmo potuti andare a Leeds. Mi hanno chiamato per andare all’aeroporto, ma quando sono arrivato mi hanno detto di tornare indietro: “se si chiude, vai domattina”. Così sono venuto il giorno dopo e ho fatto le visite. Non credo di aver dormito, ero così eccitato. È stato uno dei giorni più belli della mia vita».

Contro il Cardiff ha segnato un gol alla Di Canio.

«In campo non me ne sono reso conto perché è tutto così veloce. In video è venuto meglio di quel che ho visto dal campo. Non ho avuto il tempo di pensare. Era il primo minuto e ci ho provato. Se non avessi segnato, non sarebbe stato un problema. Ci ho solo provato».

I tifosi del Leeds gli hanno dedicato un coro in cui citano anche le dimensioni del suo pene. Il club li ha invitati a cambiare le parole, perché potrebbe essere offensivo. Gnonto racconta come è stato accolto.

«Fin dal primo giorno i tifosi sono stati incredibili. Non avevo ancora giocato e già mi dicevano: “Benvenuto, ti sentirai benissimo qui”. Mi sentivo come a casa. Questo ha fatto la differenza per me in campo. Ci si sente come a casa».

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