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Djokovic non si è vaccinato, e non è morto né si è rovinato la carriera. Anzi (La Verità)

Il giornale riferimento dei no vax: “Fornisce un modello di comportamento che le democrazie farebbero bene ad adottare quando c’è di mezzo il corpo. Ha deciso liberamente”

Djokovic non si è vaccinato, e non è morto né si è rovinato la carriera. Anzi (La Verità)
Torino 20/11/2022 - tennis Atp / foto Imago/Image Sport nella foto: Novak Djokovic ONLY ITALY

La Verità dedica un ampio pezzo a Novak Djokovic che vincendo gli Australian Open ha preso a racchettate i virologi che gli puntavano il dito contro perché non voleva vaccinarsi. Era stato trattato come “un temibile no vax a cui sbriciolare la carriera“, scrive Francesco Borgonovo e invece è finita con la vittoria.

“Djokovic non si è rovinato la carriera, non è morto, e sembra persino abbastanza in forma”.  

La Verità continua: “Al netto degli sberleffi suscitati da tali improvvide dichiarazioni, viene da chiedersi: esattamente, chi danneggia la scienza e rovina il rapporto di fiducia tra medici e popolazione?”.  Djokovic o i virologi suoi detrattori? E tesse l’elogio del tennista che, specifica, non si è fatto portavoce del movimento no vax e nemmeno si è mai occupato di scienza o ha fatto dichiarazioni politiche,

“semplicemente, ha compiuto una scelta e ne ha coraggiosamente e coscienziosamente sopportato le conseguenze. Ha giocato quando gli è stato concesso, è rimasto a bordo campo quando glielo hanno imposto. Fine. Non ha mai invitato chissà chi a evitare la puntura, non ha organizzato manifestazioni”.

Djokovic, scrive La Verità,

“costituisce un esempio virtuoso suo malgrado. Per prima cosa, con la sua stessa esistenza dimostra la falsità delle esagerazioni sulla morte dei non vaccinati. Soprattutto, però, egli fornisce un modello di comportamento che le democrazie farebbero bene ad adottare quando c’è di mezzo il corpo. Djokovic ha deciso liberamente basandosi sulla propria storia clinica, sul suo stato di salute e sulla sua posizione professionale. Ha fatto, grazie senz’altro a una posizione di privilegio, ciò che tutti avrebbero dovuto poter fare: un calcolo costi-benefici. In base a quel calcolo, ha stabilito di non sottoporsi a vaccinazione. Se agli italiani fosse stato consentito di agire nello stesso modo, oggi probabilmente ci troveremmo nella stessa situazione sanitaria, ma avremmo evitato discriminazioni feroci, divisioni dolorose e drammi sociali. Cose che succedono quando, invece della scienza, si seguono le virostar”.

 

 

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