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Luis Enrique: «Chi ti ha detto che sono umile? Il mio lavoro deve essere pagato»

Su Twitch: «Non mi avevano mai difeso così tanto sui social network, è stato bello. Non ero mai stato esonerato prima. Accettare il risultato è un insegnamento per i bambini»  

Luis Enrique: «Chi ti ha detto che sono umile? Il mio lavoro deve essere pagato»
San Pietroburgo (Russia) 02/07/2021 - Euro 2020 / Svizzera-Spagna / foto Uefa/Image Sport nella foto: Luis Enrique

L’ex allenatore della Spagna, Luis Enrique, ha partecipato ad una conversazione Twitch con lo streamer spagnolo Ibai Llanos. Luis Enrique ha parlato della sua esperienza con Twitch.

«E’ stato un esperimento per raccontare la storia della Nazionale da un altro punto di vista, non avevo l’obiettivo di togliere ai media il loro ruolo».

Sul Mondiale, da cui la Spagna è stata eliminata per mano del Marocco.

«La cosa brutta di queste competizioni è che in 90 minuti tutto può andare sprecato. Contro il Marocco non abbiamo fatto una bella partita, ma siamo molto sereni e soddisfatti di quello che abbiamo fatto, abbiamo entusiasmato ancora una volta i tifosi. Ho cercato di prendere i migliori giocatori, quando dai il 100% devi essere soddisfatto. E lo sono».

«Avremmo potuto fare di più? Certo, ma il mio lavoro è prendere decisioni e ho preso i giocatori che pensavo riflettessero la mia idea. La stessa cosa accadrà a Southgate in Inghilterra e a De la Fuente, che qualcuno verrà a dire che manca questo o l’altro».

Per Luis Enrique l’esperienza su Twitch è stata un modo per avvicinarsi alla gente.

«Tutto ciò che avvicina i fan e che non arriva solo attraverso la stampa è buono. Il mondo si evolve. È un veicolo per esprimere te stesso come sei. Non mi avevano mai difeso così tanto sui social network, fino ad ora ero considerato un ragazzo cattivo. È una sensazione molto bella perché sono sempre stato molto criticato. E ora si è visto che mi piace divertirmi e divertire. In conferenza stampa viene fuori solo il momento in cui rispondo male, non le volte in cui rispondo educatamente. Twitch mi ha permesso di esprimermi come sono. Ora ho avuto l’opportunità di connettermi con le persone, a tutti noi piace sentirci amati».

«Non sono più l’allenatore della Spagna, ma sono ancora pagato questo mese».

Luis Enrique sul nuovo allenatore della Spagna:

«Luis de la Fuente è un fenomeno, è stato nelle categorie inferiori per molti anni ed è molto preparato per tutto. Sosterrò sempre la nazionale, chiunque la alleni».

Sul suo futuro:

«Ora mi vedo con la forza di allenare un club. Avevo firmato un contratto quadriennale con la nazionale, nel 2021 mi hanno detto di rinnovare dopo l’Europeo, ma non volevo parlare fino alla fine del Mondiale ed è quello che abbiamo fatto. Nel mio caso non c’è trattativa o compensazione, mi hanno solo detto che non ci sarebbe stato alcun rinnovo e basta. Pensavo che mi avrebbero fatto l’offerta e avrei dovuto riflettere, ma non è successo. Una porta si chiude, una finestra si apre. Sono stati quattro anni che mi sono sentito molto apprezzato, ma è la prima volta nella mia carriera di allenatore che non mi hanno offerto il rinnovo. Ma tutto è positivo, e farei lo stesso che ho fatto. Preferisco che sia così se non c’è più fiducia e pensano che io non sia la persona giusta per continuare con il progetto». 

Luis Enrique racconta come ha vissuto i rigori.

«Come ho vissuto i rigori? Con i nervi tesi, ma seduto in panchina e guardando solo il tabellone e la celebrazione dei tifosi per vedere se era gol o no. Accettare il risultato come abbiamo fatto, è un ottimo insegnamento per i bambini: devi saper perdere e saper vincere».

Sul Marocco:

«Ho visto la partita del Marocco contro il Portogallo: nessuno si sorprenderebbe se arrivasse in finale, se lo merita. Mi sento come se avessimo avuto davvero una buona possibilità perché avevamo una squadra davvero buona. A livello calcistico penso che abbiamo perso una grande opportunità, e questo ha un sapore amaro per me».

Su Gerard Piqué

«è un ragazzo che vive la vita con un punto di vista molto diverso dagli altri. Non si preoccupa tanto, relativizza tutto. È molto speciale, non ho lamentele con lui come professionista. Lo porterei sempre in guerra con me».

Ancora sul suo esonero:

«Non sono mai stato esonerato come allenatore. Mi è costato, ma mi sono controllato. Se voglio che lo facciano i giocatori, devo essere un esempio. Ora guardo le partite dei Mondiali con un pizzico di dispiacere, ma mi diverto ancora. Vorrei che l’Argentina vincesse grazie a Leo Messi».

«Chi ti ha detto che sono umile? Il mio lavoro deve essere pagato».

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