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L’Equipe su Rabiot: non è mai stato così in carriera, è diventato un centrocampista totale

Duro, ruvido, potente. Con la sua corsa, la sua velocità e l’abilità nei duelli, è ormai il principe del centrocampo della Francia al Mondiale 

L’Equipe su Rabiot: non è mai stato così in carriera, è diventato un centrocampista totale
Al Wukair (Qatar) 22/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Francia-Australia / foto Imago/Image Sport nella foto: gol Adrian Rabiot ONLY ITALY

L’Equipe scrive di Adrien Rabiot. Ancora una volta brillante contro la Polonia, al Mondiale in Qatar, il centrocampista della Juventus conferma, partita dopo partita, la sua nuova dimensione in Nazionale. Un giocatore diventato totale.

Mai dall’inizio della sua carriera internazionale, a volte caotica, Adrien Rabiot aveva dato questa impressione di pienezza. Dall’inizio del torneo, ha corso, compensato, recuperato, punzonato, segnato”.

E’ diventato “il principe del centrocampo, a Doha“.

Il quotidiano francese analizza tre aspetti: la dimensione atletica, l’intelligenza tattica, la proiezione e l’efficienza.

All’inizio Rabiot aveva un “corpo fragile”, scrive L’Equipe. Oggi non è più così.

“All’età di 27 anni, dopo più di tre anni in Serie A, Adrien Rabiot è entrato in una dimensione atletica completamente diversa”.

Ormai è “un centrocampista duro, ruvido e potente”. Quello che impressiona è quanto corre.

“Rabiot è un giocatore che è costantemente in movimento. Una mobilità che si traduce in un’alta distanza percorsa – 12,1 km, 11,6 km, 11 km sulle tre partite in cui era titolare – ma soprattutto da un’intensità costante. Con un numero di sprint (53, 64, 57) a partita molto più alto dei suoi compagni di squadra”.

Ad avergli giovato, scrive il quotidiano francese, è aver giocato di più con la Juventus nelle ultime settimane di campionato.

“Adrien ha accumulato molto tempo giocando nelle ultime settimane con la Juve e gli ha fatto bene”.

“Con le sue dimensioni, il suo volume di corse, la sua velocità (al top a 34,2 km/h contro la Polonia) e la sua durezza nel duello, Rabiot è diventato un centrocampista totale”.

C’è poi l’intelligenza tattica del giocatore.

“Ciò che colpisce di questa Coppa del Mondo è proprio la naturale capacità di Rabiot di assumere tutti i ruoli e posizionarsi nelle aree giuste secondo i movimenti collettivi”.  

Un po’ quello che ha dichiarato Didier Deschamps qualche giorno fa: «Rabiot sa, sente dove deve essere». Grazie a questa sua abilità garantisce equilibrio alla squadra e dà a Mbappé la possibilità di esprimersi meglio. Si mette a servizio del collettivo.

Infine, la proiezione e l’efficienza. Prima era meno preciso negli ultimi 25 metri, ora è migliorato. Laurent Blanc, ex allenatore del Psg, dice di lui:

«Può segnare ancora più gol, ne sono sicuro. Al Psg gli dissi che poteva segnare dieci gol a stagione. Mi guardò e disse a se stesso: “Questo è un po’ pazzo”. Ma secondo me può segnare dieci gol senza problemi. Perché è alto, ha un buon gioco di testa, un buon tiro. Ha risposto che forse aveva bisogno di giocare di più davanti. Ok, giochi in un ruolo difensivo ma niente ti impedisce di buttarti in area, sui calci piazzati».

“Rabiot ora lo ha capito bene”.

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