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Iran, la polizia ammazza un manifestante durante i festeggiamenti per la sconfitta con gli Stati Uniti

Ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa perché suonava il clacson. Era amico di Saeid Ezatolahi, calciatore della Nazionale 

Iran, la polizia ammazza un manifestante durante i festeggiamenti per la sconfitta con gli Stati Uniti
Doha (Qatar) 25/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Galles-Iran / foto Imago/Image Sport nella foto: tifosi Iran ONLY ITALY

Dopo la sconfitta contro gli Stati Uniti, in Iran la gente è scesa in strada a festeggiare contro il regime. Ma i festeggiamenti si sono macchiati di sangue. Ad Anzali, nel nord del Paese, un giovane di 27 anni, Mehran Samak, è
stato ammazzato con un colpo in testa mentre festeggiava suonando il clacson della sua auto.

Il Messaggero racconta i festeggiamenti dei contrari al regime.

“Al fischio finale, poco prima di mezzanotte, sono esplosi i caroselli di auto, i concerti dei clacson, c’è chi aveva addirittura preparato i fuochi d’artificio, chi si è messo a gridare dal balcone, chi è uscito per urlare a perdifiato: è per celebrare una sconfitta, che gli iraniani sono scesi per le strade martedì sera. La loro Tim-e-melli, la nazionale dei leoni di Persia, battuta dai nemici di sempre, gli Stati Uniti: che gioia. Un colpo, l’ennesimo, contro il regime degli ayatollah. Difficile sapere in quanti sono andati a festeggiare il match che li ha buttati fuori dal mondiale, di certo i video che si rincorrono su twitter sono decine e decine; li hanno ripostati la Bbc e la francese France Presse, tutti sono stati verificati. Le immagini sono della notte tra lunedì e martedì, provengono da tante città iraniane, molte
dalla provincia kurda del nord, dove viveva e dove è morta il 16 settembre Mahsa Amini, uccisa in un commissariato perché dal foulard d’ordinanza era sfuggita una ciocca di capelli”.

Sul manifestante ammazzato in Iran, Libero scrive:

“La vittima, Mahran Sammak, era in macchina con la sua fidanzata, appunto a clacsonare per la sconfitta della squadra, nella città settentrionale di Bandar Anzali, affacciata sul Mar Caspio, quando, secondo le fonti «è stato ucciso con un colpo diretto alla testa dalle forze di sicurezza ed è morto poi in ospedale». Ieri si sono svolti subito i funerali del ragazzo, ai quali presenziavano molti dimostranti che hanno urlato ancora slogan contro il governo”.

Il manifestante ucciso era un amico di infanzia di Saeid Ezatolahi, calciatore della Nazionale. Il giocatore lo ha salutato su Instagram:

«Vorrei che potessimo avere quell’età per sempre. Senza lotte, senza odio e senza invidie».

Ezatolahi, scrive il Messaggero, ha appreso la notizia della morte dell’amico martedì sera, al termine del match contro gli Stati Uniti e si è lasciato andare ad un pianto di dolore in campo. L’attaccante degli Stati Uniti, Timothy Tarpeh lo ha abbracciato a lungo, sul terreno di gioco, cercando di consolarlo. Ha spiegato il suo gesto sui social:

«Volevo solo diffondere pace e amore, e dimostrargli che anche se arriviamo da contesti diversi, per me è come un fratello e lo amo allo stesso modo in cui amo i ragazzi con i quali sono cresciuto».

Ci sono stati scontri anche all’esterno dello stadio, in Qatar. Il Giornale scrive:

“Da ieri girano in rete anche numerosi video che alla fine del match Iran Usa documentano all’esterno dello stadio Al
Thumama di Dohale le aggressioni subite da numerosi tifosi iraniani con la maglietta «Women life freedom» da parte di agenti in borghese camuffati da tifosi: in realtà agenti della «polizia morale» inviati in Qatar dal governo di Teheran per tenere «sotto controllo» i connazionali anti-regime; scene di violenza che sono state filmate e mandate in onda dalla rete italiana Sportitalia e da altre tv straniere”.

 

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