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Olanda-Senegal 2-0: l’Europa bistrattata da Infantino, si fa rispettare in campo

È il Mondiale del vecchio continente. Le reti nel finale con Mendy che ricorda Zenga al gol di Caniggia in Italia-Argentina

Olanda-Senegal 2-0: l’Europa bistrattata da Infantino, si fa rispettare in campo
Netherlands' forward #08 Cody Gakpo (R) scores past Senegal's goalkeeper #16 Edouard Mendy during the Qatar 2022 World Cup Group A football match between Senegal and the Netherlands at the Al-Thumama Stadium in Doha on November 21, 2022. (Photo by Odd ANDERSEN / AFP)

Olanda-Senegal 2-0. Partita decisa nel finale, quando sembrava incanalarsi verso il primo pareggio dei Mondiali del Qatar. Poi, al minuto 84, palla recuperata dagli orange di Van Gaal e Frenkie De Jong – calciatore semplicemente sontuoso, bisognerebbe pagare il biglietto doppio per guardarlo giocare – mette al centro un pallone velenoso molto simile a quello che fece piangere l’Italia nel 90 in semifinale contro l’Argentina. Gakpo imita Caniggia, Mendy ahilui recita la parte di Zenga. Uno a zero ed è finita. Raddoppio a recupero ampiamente scaduto con Klaassen al minuto 99, ancora su errore di Mendy che non riesce a respingere il primo tiro (blando).

Fin qui il Mondiale Qatar 2022 non riesce a riservare sorprese. Vince sempre la cara vecchia Europa, quella bistrattata da Infantino che invece, pur di racimolare i voti, porta il pallone in quei Paesi dove non c’è tanta dimestichezza. Tre partite e sono due sconfitte per l’Asia e una per l’Africa. Nonostante i buoni propositi del tecnico del Senegal Cissé che aveva rilasciato un’intervista ottimistica al New York Times.

Il Senegal non ha giocato male, con un po’ di fortuna sarebbe potuto andare in vantaggio. Soprattutto con un tiro di Sarr. L’inizio è stato dell’Olanda di Van Gaal che sembrava poter segnare in ogni momento. Poi, non è andata così. Olanda superiore e il vecchio continente che si fa rispettare.

COSA AVEVA DETTO CISSÈ AL NYT

Qualche edizione fa, siamo andati al Mondiale per scoprire la competizione. Poi per imparare. Ora, siamo qui per competere. Le squadre africane vanno in Qatar per vincere. Quando guardo i miei centrocampisti, i miei difensori, il mio portiere, non ho nulla da invidiare, per esempio, alla Francia o alla Spagna. Kalidou Koulibaly è per noi prezioso come Marquinhos per il Brasile o Stones per l’Inghilterra. Hugo Lloris non è migliore di Édouard Mendy. Questo è il tipo di autostima che desidero nei miei giocatori. Voglio che si dicano: se può vincere la Francia, perché noi no?

Dice che più volte vai ai Mondiali, più ha chance di vincere.

In Africa, siamo 54 paesi e possiamo avere solo cinque squadre qualificate. L’Europa ne ha 13. Come fai ad avere esperienza se vai al Mondiale ogni vent’anni? (…) È come gettare un osso a un gruppo di cani: come pensi che staranno i cani che emergono dalla lotta? (…) Potrei darvi i nomi di dieci squadre che sarebbero tutte in grado di rappresentare l’Africa, le prime cinque sono più forti delle ultime delle squadre europee. Pensate a Senegal, Costa d’Avorio, Camerun, Nigeria, Ghana, Egitto, Marocco, Tunisia, Algeria, Sud Africa. 

La Fifa dovrebbe ridurre il numero di posti delle squadre europee?

Non lo so, ma non possiamo andare avanti con un continente come l’Africa che rappresenta così tanto per il calcio globale e ha solo cinque posti. Noi esistiamo. Abbiamo grandi giocatori. Abbiamo contribuito allo sviluppo del calcio. Dovremmo essere in grado di fare la nostra parte. Dacci la possibilità di esistere e avremo più possibilità di andare in semifinale, in finale e di vincere.

Ciò che è difficile, e ciò che la gente a volte dimentica, è che a differenza di un club, non abbiamo molto tempo. La gente pensa che le squadre nazionali possano giocare come il Real Madrid, il Barça o il PSG, ma semplicemente non abbiamo il tempo di allenarci a quel livello. Ogni partita è decisiva. Devi vincere per continuare a sperare, mentre in un club puoi perdere una partita e tornare in pista la settimana successiva.

 

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