ilNapolista

La vita e i sogni dei tifosi nei racconti di Di Salvo

“Tifo, Sogni e Fantasia”, per Grimaldi Editori, è un libro godibile sull’universo magico del tifoso (in questo caso del Napoli)

La vita e i sogni dei tifosi nei racconti di Di Salvo

Parlare di calcio, o meglio del proprio amore per il Napoli, mescolando realtà e fantasia è davvero una bella idea. Ed è quello che ha fatto Roberto Di Salvo, avvocato napoletano, con la raccolta di racconti intitolata “Tifo, Sogni e Fantasia (trenta racconti di passione azzurra)”. Pubblicata in una incantevole edizione per i tipi prestigiosi di Grimaldi e C. Editori. Ogni racconto dei trenta è costruito intorno ad un evento reale, legato magari ad una partita o ad un giocatore del Napoli, ed è arricchito con voli di fantasia. La prosa è chiara e godibile. Cosa non da poco in un mondo che talvolta fa della scrittura criptica un mantra. Insomma il libro si legge se vuoi tutto d’un fiato. O, se più ti aggrada, centellinando un raccontino al giorno. E l’autore ci dice “di domenica in domenica sono nati, uno ad uno, in mezzo ad una chat ed ai commenti televisivi questi raccontìni”. Tutto ciò senza supponenza. Senza mai atteggiarsi a grande prosatore, pur essendo capace di una scrittura agevole, asciutta, priva di inutili fronzoli. La sensazione leggendo il libro è di trovarsi ad ascoltare le confidenze di un amico che ti parla di alcune sue esperienze da tifoso. E così Di Salvo ci racconta di come, attonito per l’ignoranza, sia stato costretto a spiegare a Cristina che cosa significava il termine “cagliosa” venuto alla ribalta per descrivere su una chat un goal di Koulibaly contro l’Udinese.

Assai tenera la descrizione del rapporto tra due portieri. Pasquale Due, perché prima di lui faceva il portiere del condominio un altro Pasquale, e David Ospina portiere del Napoli. Così Di Salvo confessa di non avere i quattro quarti di tifo. Perché da ragazzino abitava a Benevento ed era diventato tifoso (come moltissimi italiani) della grande Inter. Sarti, Burgnich, Facchetti,…Peirò, Mazzola, Corso. Ma un giorno andare al San Paolo con una bandiera interista gli costò una sonora pedata nel sedere. E la pedata insieme al boato del pubblico festante per il successo del Napoli diede inizio alla sua conversione. Facendone un inguaribile tifoso azzurro. Ancora l’evocazione della mano de Dios, un saluto a Dries e a Lorenz, un ricordo toccante di Gianni Di Marzio. “Sullo sfondo qualcuno che del Napoli ha fatto la storia come Corrado Ferlaino, Antonio Juliano” e ovviamente la divinità Diego Armando Maradona. 

Insomma una miscellanea di ricordi e di sensazioni che prorompono dall’animo di un grande tifoso partenopeo e ne stimolano la creatività. Essi descrivono la natura al tempo stesso razionale e magica della passione calcistica napoletana. Complimenti davvero all’autore ed all’editore.

ilnapolista © riproduzione riservata