Endrick, 16 anni e una clausola da 60 milioni: «Ma vorrei andare a scuola e mangiare dolci»

Il più giovane marcatore di sempre del Palmeiras a Sportweek: «Quando esulto mostrando i muscoli, è per dire al mondo che le cattiverie mi danno forza».

endrick

Su Sportweek un’intervista a Endrick. A 16 anni è il più giovane marcatore di sempre del Palmeiras. Ha una clausola rescissoria da 60 milioni e per lui si sono già mossi Real Madrid, Psg e Chelsea. Racconta la sua infanzia.

«Complicata, anche se il Palmeiras ci ha aiutato molto. Quando ero piccolo, capitava di saltare l’allenamento perché i
miei non avevano i soldi per pagarmi il bus. Devo dire grazie alla mia famiglia, che ha lasciato tutto per venire a San Paolo con me. Ha fatto tanti sacrifici ma, grazie a Dio, ora tutto va bene».

Si dice molto religioso.

«Dio è tutto, è la vita. Ho sempre creduto in Lui e ne parlo sempre. Tutto quello che mi è successo è dovuto a Lui e sono contento sia con me in ogni momento».

Endrick racconta la sua giornata, molto diversa da quella di un comune 16enne.

«Al mattino mi alleno dalle 9 a mezzogiorno. Pranzo al Palmeiras o a casa, un’ora di inglese, poi allenamento individuale, con un fisioterapista privato, e riposo. Non ho la vita di un ragazzo normale».

Potendo vivere un giorno da sedicenne comune, che cosa sarebbe bello fare?

«Andare a scuola, perché ora studio da solo, online. Fare shopping in tranquillità, andare al cinema, mangiare un hamburger con le patatine, la pizza o i dolci. Io non posso».

I grandi club hanno Endrick in lista: chi è in vantaggio?

«Non mi va di rispondere su questo. Certo, vorrei giocare la Champions League tra due, tre, quattro anni».

Inghilterra, Francia, Spagna?

«Sono aperto, se ci sarà una buona proposta per il mio futuro e la mia famiglia, andrò. Sempre che il Palmeiras sia d’accordo».

Come rispondere a chi dubita della carta d’identità, a chi dice “Endrick non può essere del 2006”?

«Quando avevo 7 anni, mio papà mi diceva che contro i coetanei potevo usare solo il destro, mentre il sinistro, il mio piede forte, valeva solo contro i più grandi: sono abituato a essere il più piccolo in campo. E io rispondo in campo, non a voce. Quando esulto mostrando i muscoli, è per dire al mondo che le cattiverie mi danno forza. Quando mi metto il dito davanti alla bocca, è per far stare zitti tutti».

Correlate