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(Elkann ha dimesso Agnelli). Sky: «in arrivo rinvii a giudizio, la proprietà deve difendere l’azienda»

Il direttore Ferri: «A livello aziendale è un momento grave come quello del 2006. La Juve cambia strategia di fronte al processo»

(Elkann ha dimesso Agnelli). Sky: «in arrivo rinvii a giudizio, la proprietà deve difendere l’azienda»
Db Torino 14/03/2017 - Champions League / Juventus-Porto / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-John Elkann

Il direttore di Sky Sport Federico Ferri dichiara a proposito delle dimissioni del cda Juventus e del presidente Agnelli:

«”Quello che sta accadendo in queste ore è totalmente collegabile alla vicenda dell’inchiesta Prisma, alle plusvalenze, all’ipotesi del falso in bilancio, ai rilievi della Consob. La prospettiva è un rinvio a giudizio, un processo, e quindi la Juventus cambia strategia di fronte all’inchiesta della Procura sul falso in bilancio. C’è in ballo qualcosa di molto grosso. È stata richiesta una misura cautelare, fin qui non concessa. La proprietà deve prendere decisioni per difendere l’azienda. È in arrivo con tutta probabilità un rinvio a giudizio. Ci sono le intercettazioni, abbiamo avuto i dettagli dell’inchiesta. Non c’entra nulla con la parte sportiva. Ma c’entra col futuro aziendale della Juventus. Il livello di emergenza dal punto di vista della proprietà, di senso di responsabilità della proprietà, il paragone è con il 2006».

Ancora Ferri:

«Sono dimissioni definitive, non è che sono formali per tornare indietro».

È molto chiaro: Elkann ha dimissionato Agnelli. L’inchiesta Prisma fa paura, potrebbe arrivare il rinvio a giudizio, anche l’arresto (pure se in prima istanza è stata respinta la richiesta).

Quando Agnelli disse: «Noi rispettiamo le regole».

Queste le dichiarazioni integrali di Federico Ferri a Sky Sport:

«È certamente una notizia che chiude un’era iniziata nel maggio 2010 quando Agnelli prese la guida della Juventus allora in una situazione di carenza risultati sportivi, stavolta ci sono state le dimissioni di tutto il cda della Juventus compreso il presidente Andrea Agnelli, il vice presidente Nedved, l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene che pure resterà per guidare l’amministrazione in attesa di un passaggio di consegne.

La notizia è la fine dell’era Agnelli, possiamo dirlo con certezza. Non ci sono dubbi che la vicenda è totalmente collegata all’inchiesta in corso. In attesa di sapere se ci saranno rinvii a giudizio, il che è molto probabile, quel che è avvenuto è totalmente collegabile all’inchiesta Prisma, alle plusvalenze, al falso in bilancio che è il principale punto oggetto della situazione, e ai rilievi della Consob. L’ipotesi di falso in bilancio.

Il 27 dicembre è in programma l’assemblea azionisti della Juventus, c’era da approvare il bilancio, assemblea che è stata rinviata due volte, è evidente che a fronte dell’approvazione di une bilancio sotto esame per falso in bilancio, il punto della reiterazione del reato (una dei motivi per concedere l’arresto di Andrea Agnelli così come richiesto dalla Procura di Torino, ndr) è del tutto evidente. Attorno a questo dobbiamo leggere la situazione della Juventus, Senza andare oltre, restiamo sulla cronaca, è evidente che si va verso un rinvio a giudizio. C’è anche una posizione della società che per difendersi nel modo migliore, ha optato per le dimissioni. È una decisione presa dalla proprietà senza alcun dubbio. La Juventus cambia radicalmente, è una situazione molto più simile a quella del 2006, per il tipo di cambio, le motivazioni del cambio, per la situazione traumatica legata al cambio. Diversa da quella del 2010 che portò all’avvento di Agnelli.

È una situazione complessa per il club, non per una vicenda sportiva ma giudiziaria che è totalmente aperta.

Il punto nuovo, che abbiamo già letto dal comunicato della Juventus, è che c’è un nome nuovo, un direttore generale, e si tratta di Maurizio Scanavino, uomo di grande spessore dal punto di vista dirigenziale, uomo di fiducia di John Elkann e di Exor, ad di Gevi, figura che va a fare da garante per la proprietà insieme con Arrivabene cui è stato chiesto di rimanere».

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