Sconcerti: “Nel Napoli non ci sono sintomi di malattia, è una continua sorpresa”

Al Corsera: “Stupiscono le continue evoluzioni nel gioco. Questa lunghezza di gioco di Spalletti cercata in modo quasi ossessivo, sta prendendo in contropiede il campionato”

Spalletti sembra un fumetto Sconcerti

Mario Sconcerti e il campionato. Stavolta niente gaffe (Haaland sindrome di Down) né concetti aberranti (giustificazione delle violenze a Firenze in nome di un presunto errore arbitrale). L’opinionista del Corsera torna sobrio, elogia la guarigione dell’Inter, prende atto del gol di Fagioli che compensa la modestia della Juventus eppure – dice – il derby d’Italia, che si giocherà la prossima giornata, non sarà per nulla decisivo. Anche perché, aggiungiamo noi, si sfideranno la quinta e la settima in classifica (in attesa delle partite di oggi di Roma e Udinese).

Ecco cosa scrive Sconcerti nel suo commento per il Corriere della Sera.

«La Juve di oggi è in costruzione mentre l’Inter è rimasta una squadra. Domenica giocheranno contro ma entrambe non sono padrone di se stesse, dipendono dal Napoli. E non ci sono nel Napoli sintomi di malattia. Stupisce anzi la facilità con cui arrivano i suoi tanti gol, una prodezza si aggiunge a un’altra con semplicità, come fosse dovuto. Stupiscono anche le continue evoluzioni nel gioco, movimenti che non sono dettagli. Kvaratskhelia, con il rientro di Osimhen, gira molto più dentro il campo, lascia all’altro il primo spazio profondo. È questa lunghezza di gioco di Spalletti cercata ormai in modo quasi ossessivo, che sta prendendo in contropiede il campionato. Nessuno la conosce più, tutto diventa sempre una sorpresa».

Dopo Sconcerti, vi riproponiamo il commento delle pagelle di Fabrizio d’Esposito a proposito di Spalletti:

SPALLETTI. Per tornare al calcio antic. Quando ero un pischello che si perdeva nel fumo della curva B, nessuno s’interrogava sul peso di Ottavio Bianchi nel Napule di Diego. Oggi è tutto cambiato e l’allenatore deve essere quantomeno un Demiurgo, e lasciamo stare la contrapposizione tra il Bene estetico e il Male risultatista. Questo per dire che Spalletti è senza dubbio il Demiurgo di questo Napule e la sua fortuna è avere una rosa forte a prescindere. Insomma, c’è la giusta alchimia che crea vittorie poderose come quelle di oggi ed è quindi giusto riconoscergli tutti i suoi meriti, tenendo presente che è un allenatore noto in Italia per i suoi secondi posti (mistero talvolta doloroso e mai risolto). In ogni caso questo enorme Tredici del suo Napule, condito da una valanga di gol, gli ha fatto porre una questione nel dopo-partita su un parziale e non completo riconoscimento dei suoi meriti. Ha detto, in sostanza: “C’è chi gode di una stampa migliore perché ha rapporti coi giornalisti, io non lo faccio”. E qui, il buon Luciano, dice una santissima verità sul nostro mestiere. Oggi, infatti, il rapporto con le fonti si trasforma sempre più spesso in una sorta di adorante sudditanza verso chi ti parla, una relazione tra “potere” e media che sfocia in articoli unilaterali, diciamo così. E allora la sua critica è giusta e ci sta tutta. Chiede che lo si valuti in base ai fatti e non alle relazioni con questo o quello (un sistema dilagante che per certi versi sta distruggendo vari settori del giornalismo). Ma non voglio dilungarmi e faccio solo un clamoroso esempio. Mi viene da ridere a pensare a certi articoli e a certi salottini tv (Sky in primis) che esaltavano Mister Veleno, uno degli allenatori più sopravvalutati dell’ultimo decennio. L’Italia e Napoli sono sovente un Paese e una città senza memoria ma se mettessimo a confronto taluni articoli su Gattuso apparsi fino a due anni fa e quelli di oggi su Spalletti, ne verrebbe fuori un quadretto grottesco e imbarazzante. E sì che Spalletti, in questo senso, ha ragione. Eccome se ha ragione – 8

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