Sacchi: «Nel Napoli nessuno è mai bloccato nella sua posizione, ricorda il Liverpool»
Alla Gazzetta: «Attacca sempre in verticale, con azioni che non sono difficili ma prevedono perfetta sincronia e lungo lavoro in allenamento»

La Gazzetta dello Sport intervista Arrigo Sacchi. L’ex ct è entusiasta del Napoli di Luciano Spalletti e non ne ha fatto mai mistero finora. Qualche giorno fa dichiarava, sempre alla rosea, che se il Napoli resterà umile potrà addirittura arrivare in semifinale di Champions. Oggi dice:
«In un calcio italiano, che fa del tatticismo e della furbizia le armi principali, ricercare lo spettacolo come il Napoli è un punto di merito. Poche squadre in Europa stanno in campo e si muovono come quella di Spalletti. Davvero bravi: giocatori, e allenatore».
Analizza come si sviluppa la manovra offensiva del Napoli.
«Si deve partire da un concetto: la distanza tra attacco e difesa non deve mai essere superiore ai 20-25 metri. In questo modo c’è collaborazione, c’è comunicazione e si arriva più in fretta all’interiorizzazione del gioco. Il Napoli attacca in undici e difende in undici: non è poco. Le azioni si sviluppano quasi sempre in verticale, raramente ci sono tocchi laterali se non per trovare il varco giusto. In sostanza, un attaccante viene incontro al portatore di palla e un altro si butta nello spazio per ricevere il passaggio in profondità. Non sono movimenti difficili, ma prevedono una perfetta sincronia e lungo lavoro in allenamento».
Questi movimenti disorientano le difese avversarie.
«Proprio così. I difensori avversari sono sempre preoccupati da questi rapidi movimenti perché sanno di poter essere attaccati alle spalle. Se invece si pratica un possesso-palla orizzontale le retroguardie fanno in tempo a sistemarsi e a chiudere tutti i buchi».
Sacchi continua:
«Nel calcio moderno ricevere il pallone da fermo significa consegnarsi all’avversario: il Napoli non corre questo rischio. È una squadra “movimentista”, nessuno è mai bloccato sulla propria posizione».
Anche alla Roma Spalletti aveva provato questi attacchi verticali, ma, spiega Sacchi, la Roma non era ordinata come il Napoli.
«Sì, ma la Roma non era così coordinata come questo Napoli. I reparti erano molto distanti, non c’era comunicazione. Qui, invece, Spalletti sta facendo qualcosa di veramente notevole. Di moderno, direi. Anzi: qualcosa di europeo. A tratti, per il modo di attaccare, ricorda il Liverpool di Klopp, quando i Reds avevano più voglia di correre e di smarcarsi di quella che hanno adesso… La cosa è resa possibile a Spalletti perché ha giocatori intelligenti, disponibili, che mettono entusiasmo e volontà nel lavoro».
Sacchi indica l’unico rischio che corre il Napoli.
«C’è il rischio che tutti si sentano già arrivati. Ora sono un collettivo e giocano da collettivo. Se cambiassero, non sarebbero tanto belli».