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Kim: «Spalletti è un allenatore fantastico, con lui posso migliorare molto»

Il difensore centrale a Dazn dopo il 3-1 al Torino: «Sono molto felice di giocare nel Napoli che è la squadra dei sogni»

Kim: «Spalletti è un allenatore fantastico, con lui posso migliorare molto»
Db Milano 18/09/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Kim Min Jae

Kim: «Spalletti è un allenatore fantastico».

Kim a Dazn dopo Napoli-Torino 3-1. Ha rilasciato poche dichiarazioni in un inglese elementare. Ma qualcosa ha detto:

Sono molto felice di giocare nel Napoli che è la squadra dei sogni.

Spalletti è un allenatore fantastico, sono migliorato molto con lui e posso ancora migliorare molto.

Conosci una parola in napoletano?

“Ciao a tutti, forza Napoli sempre”.

Kim è stato votato miglior giocatore di settembre della Serie A.

Come ha scritto Alfonso Fasano sul Napolista:

Kim Min-jae possiede ciò che serve per fare bene – anzi: per eccellere – in tutti i sistemi difensivi. Esattamente come Kalidou Koulibaly, il suo predecessore. Solo che l’attuale calciatore del Chelsea era arrivato – grazie a Benítez, Sarri, Ancelotti – a quel livello di forza e conoscenze e sicurezza al termine di un lungo percorso di sviluppo. Niente di male o di sbagliato: in fondo parliamo di un giocatore passato dal Genk al Napoli quando aveva solo 23 anni, che al suo arrivo aveva un’evidente capacità di posizionarsi e delle doti fisiche strepitose ma doveva ancora imparare a essere sempre concentrato, a capire come imporre il suo dominio sugli avversari. Ha dovuto studiare – cioè allenarsi – molto, ha saputo assorbire al meglio l’intelligenza e la leadership debordanti di Raul Albiol, fino a diventare uno dei centrali più forti del mondo.

Kim Min-jae, invece, è arrivato a Napoli e in Serie A con una maturità diversa. Dà la sensazione di aver già vissuto lo stesso processo di Koulibaly. È una questione di età, di esperienza, ma forse anche di caratteristiche: Koulibaly ha iniziato a imporsi e a crescere, fino a esplodere, nel momento in cui è stato messo dentro il sistema adatto a lui – quello di Sarri, fatto di linea altissima e sincronismi mandati a memoria. Kim non ne ha avuto bisogno. Perché, come detto, ha ciò che serve per giocare in tutti i modi: sa stare alto ma è anche attentissimo dentro l’area; sa rompere la linea per cercare l’anticipo ma sa pure aspettare l’avversario per farsi puntare e poi strappargli il pallone di forza, ma senza commettere fallo – quasi sempre, ovviamente.

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