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Il New York Times fa a pezzi la Juventus e Allegri: «sono vecchi e senza visione»

Il club è definito in rovina, incapace di avere una visione, non ha investito sui giovani. Ha richiamato Allegri che è l’ambasciatore del calcio che fu

Il New York Times fa a pezzi la Juventus e Allegri: «sono vecchi e senza visione»
Db Roma 09/05/2018 - finale Coppa Italia / Juventus-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri-Andrea Agnelli

Il New York Times fa a pezzi la Juventus e Allegri. Rory Smith – firma del NYT – dedica loro la prima parte della sua newsletter settimanale. Parte da Allegri, dal racconto del suo incontro con Rui Costa al termine di Juventus-Benfica.

“Mi ha detto che oggi il calcio è sottosopra”, ha detto Allegri. “Se un giocatore indovina un passaggio, è già un fenomeno. Se fa un passaggio di 40 metri, è un doppio fenomeno”. Più tardi, Allegri avrebbe affermato che i giocatori moderni “non pensano, non interpretano, obbediscono”.

Il Nyt descrive Allegri come uno di quegli anziani che rimbrottano i giovani.

Visto come Allegri ha raccontato il suo incontro con Rui Costa, era difficile non immaginare i due come una coppia di anziani avvizziti, seduti su qualche veranda assolata, che si lamentano per lo stato del mondo, attaccando i giovani.

Descrive Allegri come un rappresentante dell’antica saggezza del calcio, un ambasciatore delle virtù perdute del gioco.

Lo irrita che gli allenatori debbano avere una filosofia, una visione generale del gioco.

Riprende le frasi che Sconcerti sul Corsera ha attribuito ad Allegri.

“La qualità sta sempre nei giocatori, non nella tattica. Un buon allenatore deve pensare prima ai giocatori. Non ho tattiche prestabilite. Adatto il gioco alle loro qualità”. Questa, per Allegri, è l’essenza della gestione; il pragmatismo è il principio centrale del suo sistema.

Il Nyt ricorda che il suo ritorno alla Juventus fin qui non è stato affatto positivo. Anche se gli riconosce l’attenuante infortuni. E aggiungi che in momenti come questo aiuterebbe avere una visione del gioco.

Allegri, però, non ha nulla di tutto questo. È, ed è sempre stato, interamente dipendente dai risultati e dalla classifica. Nessuna filosofia è legittima, ai suoi occhi, se non la ricerca della vittoria.

In questo, non poteva sperare in un posto di lavoro migliore della Juventus, un’istituzione che è altrettanto a corto di una visione più ampia e di un obiettivo più profondo. Ci sono poche prove di una strategia a lungo termine alla Juventus, è un club che non sa dove vuole andare e come vuole arrivarci.

Scrive il Nyt:

Il ritorno di Allegri ha fornito un’evidente dimostrazione della mancanza di fantasia, dell’inesistente creatività nella gerarchia immobile del club. Lo avevano licenziato alla ricerca di qualcosa di più eccitante, qualcosa di più duraturo, e di nuovo a lui si sono rivolti quando quel futuro non si è immediatamente concretizzato. La Juventus non sapeva cos’altro fare.

Non ha investito sui giovani, non ha cercato di rilanciare un nuovo ciclo, di trovare un allenatore con uno stile chiaro e un approccio definito per costruirgli una squadra attorno. Invece, ha gettato soldi per Pogba, 29, e Di María, 34, sperando che potessero fornire risultati immediati.

Conclude scrivendo che

il club è in rovina, condannato a lamentarsi di un mondo che si è lasciato alle spalle, un vecchio che abbaia alla luna.

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