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“Non so se ce la faccio”, “Tu sei special, tu sei SimOne!”: il dialogo tra Inzaghi e il mental coach

“Hai sputato in faccia al gatto?” “Sì, mi ha graffiato tutto. Mi sa che abbiamo esagerato con quella frase, Lotito mi ha offerto un assessorato in Molise”

“Non so se ce la faccio”, “Tu sei special, tu sei SimOne!”: il dialogo tra Inzaghi e il mental coach
Milano 09/04/2022 - campionato di calcio serie A / Inter-Hellas Verona / foto Image Sport nella foto: Simone Inzaghi

Pubblichiamo in esclusiva il dialogo tra Simone Inzaghi e il mental coach che gli ha suggerito la frase «Dove lavoro io aumentano i ricavi, si dimezzano le perdite e arrivano i trofei». 

– Sandro, io non so se posso farcela.

– Ti ho dato le dispense col pratico raccoglitore in omaggio. Devi solo imparare a memoria. Ci riesce persino Jacobs, dai.

– Davvero devo dire “dove passo io non cresce più l’erba?”. Ma poi prima del Barcellona… questi mi massacrano.

– Stai sereno, respira, medita. Stamattina hai sputato in faccia al tuo gatto come ti ho detto? Lo devi fare tre volte al giorno, dopo i pasti altrimenti non funziona.

– S’è incazzato, Sandro. Mi ha graffiato tutto.

– Lo fanno. Stacce.

Mi stanno prendendo tutti per il culo. Dove lavoro io arrivano i trofei… aumentano i ricavi… forse abbiamo esagerato.

– No. È uno dei pilastri del decalogo di giugno di Riza Psicosomatica. Rielaborare il passato in chiave positiva aiuta a trasmettere un’intenzione del sé agli altri, orienta il pensiero, e combatte anche il reflusso gastroesofageo.

– Lotito mi sta blastando, mi ha offerto un assessorato in Molise. “Visto che sei così bravo…”

– Non esiste

– Gliel’ho detto: io alleno l’Inter, figurati…

– No, è il Molise che non esiste…

– Mi fa gli scherzi telefonici, mi manda i meme sconci. Ieri mi ha fatto telefonare da Tare che faceva l’accento svedese. Chi è? STOCAZZO! E ha attaccato. Ridevano.

– Ci lavoriamo da anni, è un processo lungo lo sai. Devi proiettarti verso il successo. In un certo senso devi astrarti, ne abbiamo già parlato. Sei uno che ha segnato 288 gol, oh! Che ha vinto un Mondiale, tre Scudetti, due Champions! Ma di che parliamo…

– Eh, di mio fratello Pippo, me sa.

– Ah vero, avevo sbagliato fascicolo. Ma ascolta: non è importante. È importante la luce che rifletti, direi l’aura se sapessi cosa vuole dire.

– Basta Sandro, non lo faccio. In conferenza mi limito a dire le solite cose: “Sarà una partita complicata…”, “Ce la giocheremo consci di dover fare del nostro meglio”…

– Ma che è sta roba? Vuoi mica tornare ad allenare in Ciociaria?!

– Era Roma, ma vabbè…

– Vieni qua, ora facciamo un esercizio un po’ più fisico. È una pratica della collezione “riserva Bonucci“: da usare solo per emergenza. Ma questa mi pare che lo sia.

– Oddio…

– ABBASSA LO SGUARDO! SEI UNA M… UNO S…. SEI LA MIA P…. NON TI AZZARDARE A RISPONDERE CAZZO! COSA? COSA HAI DETTO?!

– Oh, ahia! Ma sei scemo? M’hai fatto male!

– Scusa Simo, ma la schicchera fa parte della terapia d’urto. Come credi che Bonucci sia diventato l’uomo più pieno di sé da quando la tracotanza ha inventato Ibrahimovic? Come stai? Ti senti meglio adesso?

– Nzomma….

– Tu adesso vai di là, davanti ai giornalisti, e fai finta d’essere Mourinho. Perché anche tu sei Special One. Tu non sei Simone, tu sei SimOne!

– Barcellona? Zeru tituli!

– Bravo. Ancora!

– Dio e dopo Dio io!

– Ottimo, non ti fermare. Aiutati ripensando al gol che segnasti al Liverpool in Champions.

– Era sempre Pippo…

– Non ti fermare!

– Zhang? Non mi piace la prostituzione intellettuale

– Vabbè mo non esagerare

– Sento solo il rumore dei nemici, Sandro. Non sono un pirla!

– Ok, ok. Ora riposiamoci un attimo. Fai pausa.

– Come sono andato?

– Bene. Ci siamo riallineati con l’essenza stessa del tuo nuovo Io interiore. Ora fino alla conferenza te ne stai 4 ore sulla casetta sull’albero a fissare ragnatele.

– Non ho una casett…

– Costruiscila! (che palle, oh, sempre una difficoltà…)

– Scus…

– Poi entri in sala stampa saltellando tre volte sulla gamba sinistra, e una su quella destra. Ti sistemi i calzini come Nadal. Dici “buongiorno a tutti”, e poi dai una capata al giornalista più famoso di tutti. Chi c’è, Condò? Picchia Condò!

– Sandro, io non so se…

Imparare a memoria, ho detto. Cosa devi dire?

– “Io vi dico, sbabbari, che noi Barcellona la raderemo al suolo, noi Barcellona la metteremo a carne e pesce”.

Bravo così, mi piaci Attila!

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