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Zazzaroni: l’esonero di Mihajlovic non dipende solo dai risultati in classifica, Saputo ci risparmi l’ipocrisia

Sul CorSport: “fuori per motivi tecnici, questo ha preteso che fosse scritto Sinisa: nessun accenno alla malattia”. “Saputo si assuma le sue responsabilità”

Zazzaroni: l’esonero di Mihajlovic non dipende solo dai risultati in classifica, Saputo ci risparmi l’ipocrisia
Db Bologna 21/08/2022 - campionato di calcio serie A / Bologna-Hellas Verona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Sinisa Mihajlovic

Sul Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni scrive dell’esonero di Sinisa Mihajlovic da parte del Bologna. Una decisione a cui il presidente Saputo pensava da febbraio.

“Licenziato, esonerato, cacciato, silurato: la sostanza non cambia, al lettore la scelta. Mandato via proprio nei giorni in cui Mihajlovic sta meglio: ha messo su 4 chili, recuperato energia. Joey Saputo, uomo di numeri, impazienze e latticini, sempre convinto di avergli consegnato il Real, avrebbe voluto chiudere con lui già a febbraio, soltanto il ripresentarsi della malattia lo indusse a non spingersi oltre il confine del pudore: il divorzio sarebbe risultato impopolarissimo nel periodo in cui all’allenatore veniva prospettato il secondo trapianto di midollo”.

I risultati mediocri collezionati in questo inizio di campionato, però, scrive Zazzaroni, non possono essere il motivo dell’esonero, c’è per forza di mezzo la malattia, perché Sinisa non può essere ritenuto il solo responsabile della classifica del Bologna.

“Fuori per motivi tecnici, questo ha preteso che fosse scritto Sinisa: nessun accenno alla malattia. Ma i tre punti nelle prime cinque partite non possono essere, e non sono, la vera ragione dell’esonero, non lo spiegano, giustificano. Perché sono i punti di una squadra che ha venduto tre pezzi importanti (Svanberg, Theate e Hickey) incassando 45 milioni e acquistato seconde e terze scelte, dovendo – con il ricavato delle cessioni – coprire il buco creato da alcuni obblighi d’acquisto scaduti”.

Saputo si assuma la responsabilità della scelta.

“Il canadese Saputo è il padre del licenziamento e deve assumersene la responsabilità: ridicolo che la società abbia inseguito la condivisione di questa decisione. Sinisa voleva restare per completare alla grande un’indimenticabile, terribile, ma anche dolce avventura. Se ci saranno risparmiate esibizioni di amarezza dirigenziale e altre ipocrisie di facciata, saremo grati a una proprietà troppo distante, non solo fisicamente, dal nostro ideale”.

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