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«Vai a giocare su, Raspa»: il Corsport spiega come Spalletti ha battuto lo Spezia

Ha rivisto il piano-A. Ha resistito alla tentazione di togliere Jack, l’ha invitato a un pizzico di sano egoismo, a non rientrare sempre sulla trequarti

«Vai a giocare su, Raspa»: il Corsport spiega come Spalletti ha battuto lo Spezia
Ci Napoli 10/09/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Spezia / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

«Questa l’ha vinta Luciano». Così scrive Antonio Giordano sull’edizione odierna del Corriere dello Sport. L’ha vinta resistendo alla tentazione di rinunciare a Raspadori, che fino al momento del gol era sembrato «l’anello debole del tridente». Spalletti l’ha tenuto in campo e l’ha motivato. Ora raccoglie i frutti.

La giornata di Giacomo Raspadori s’è sviluppata attraverso le ombre che un ventiduenne, con la pressione che si porta appresso, avverte come una zavorra: e il Napoli, che invece ha accusato gli effetti negativi della Champions (perché ce ne sono!), non è riuscito adeguatamente a sostenerlo. Lo ha fatto, però, Spalletti intrufolandosi nelle dinamiche della sfida, rivedendo il suo piano-A e ritoccandolo secondo le esigenze più immediate e resistendo a qualsiasi tentazione di rinunciare a Raspadori: fuori Politano e poi pure Kvara, tenendo per sé e per quel finale da evitare ai cardiopatici il cosiddetto anello debole del tridente, allargandolo rispetto al copione iniziale, e spingendolo però a credere in se stesso, assorbendo un pizzico di sano egoismo e rinunciando a quella generosità che lo stava portando a rientrare sulla trequarti per non far saltare gli equilibri. «Vai a giocare su, Raspa».

Raspa si è sbloccato con l’aiuto del “babbo calcistico” Spalletti.

Il destino non può essere ignorato, ha un ruolo nell’esistenza d’una partita e quando Giacomo Raspadori s’è accorto che Lozano ormai aveva puntato l’avversario sulla corsia opposta per abbellire un traversone, ha coperto il perimetro, se n’è stato a rimorchio di Gaetano per occupare lo spazio e dominare il secondo palo, e ha sognato che il pallone potesse passare tra decine di gambe. E’ rimasto lucido, ha interpretato perfettamente se stesso, l’ha girata nell’angolo ed ha sentito sfilare via ogni forma di psicosi, con l’aiuto del babbo calcistico che l’ha vinta con lui.

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