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Sportweek: «Ancelotti è inimitabile, plasma il calcio con le mani come faceva con la terra da bambino»

Un ampio ritratto dell’allenatore più vincente, titolato “Semplicemente il migliore”: «Conosce il ritmo delle stagioni e non pretende di cambiarle»

Sportweek: «Ancelotti è inimitabile, plasma il calcio con le mani come faceva con la terra da bambino»
Mg Parigi (Francia) 28/05/2022 - finale Champions League / Liverpool-Real Madrid / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti

Sportweek dedica la copertina e un ampio approfondimento a Carlo Ancelotti. Il titolo è tanto essenziale quanto realistico: “Semplicemente il migliore”. C’è un ampio servizio-ritratto di Andrea Schianchi sul carattere e sulle radici del tecnico che sono alla base della sua straordinaria carriera. E un’intervista ad Arrigo Sacchi.

Scrive Schianchi che per capire chi è Ancelotti

è necessario andare fino a Reggiolo, nella Bassa reggiana, e camminare in mezzo ai campi battuti dal sole prepotente d’estate e avvolti dalla nebbia d’inverno. È in quei luoghi che sono nati i successi di oggi, perché c’è un filo sottile che lega l’esistenza adulto al fanciullo che ci abita dentro. Il re bambino guidava il trattore e aiutava papà Giuseppe a mietere il grano. La sera, pur stanco, prendeva il pallone e tirava calci contro il muro di casa fino a che mamma Cecilia non lo chiamava per la cena. Tenace, perfino testardo, gran lavoratore.

Il suo rapporto con i calciatori

«So adattarmi alle situazioni e ai giocatori che ho a disposizione  A un centravanti alto e grosso non dirò mai di fare pressing, ma gli suggerirò di stare in area ad aspettare i cross. Il dialogo costante con i giocatori è fondamentale. Non serve urlare per imporre le proprie idee: non l’ho mai fatto. Meglio la calma, la tranquillità, una buona cena per discutere e magari risolvere i contrasti. Mi sono comportato così in Italia, in Inghilterra, in Francia, in Germania e in Spagna. Stando ai risultati, sembra che sia un metodo efficace…»

Non pretende di cambiare il ritmo delle stagioni

Ancelotti è un albero piantato in mezzo alla campagna: solido, dal tronco robusto, ti ci puoi aggrappare e quello ti sostiene; generoso, perché regala ombra quando il sole picchia sulla testa; saggio, perché conosce il ritmo delle stagioni e non pretende di cambiarle, si protegge quando fa freddo e si allarga festoso quando viene il bel tempo.

Perché è inimitabile

Che un simile esemplare non abbia seguaci è abbastanza logico. Lui non ha un metodo preciso e definito, è lui stesso il metodo. Non è come Sacchi, o come Cruijff in precedenza, o come Guardiola che considerano il calcio alla stregua di una scienza. No, Mr Champions è un artigiano, gli piace lavorare la materia con le proprie mani, sentire che si forma (o si deforma) al minimo contatto: più che sui libri, ha imparato dall’esperienza a risolvere problemi e a proporre idee. Questa è la ragione per cui difficilmente un allenatore così, al di là dell’ammirazione che si può provare nei suoi confronti, potrà avere uno stuolo di seguaci che cercano di imitarlo. Che cosa imitano? Il dna, perché qui si sta parlando proprio di una questione genetica, è differente da uomo a uomo.

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