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La rabbia di Lozano ci può stare a patto che la trasformi in tensione agonistica

Il mancato saluto al vice di Spalletti dopo Milan-Napoli. Il Chucky si vede scavalcato nelle gerarchie ma al Napoli servirà la sua imprevedibilità

La rabbia di Lozano ci può stare a patto che la trasformi in tensione agonistica
Castel di Sangro (Aq) 03/07/2022 - amichevole / Napoli-Girona / foto Image Sport nella foto: Hirving Lozano

Sta facendo discutere – soprattutto sui social, a quanto pare – un video girato poco dopo il fischio finale di Milan-Napoli, che ritrae Hirving Lozano mentre, nervosamente, pare rifiutare l’abbraccio del vice di Spalletti Domenichini, avviandosi poi visibilmente crucciato verso gli spogliatoi.

È tutt’altro che complicato immaginare che il Chucky possa essere stato infastidito dal non aver giocato neanche un minuto in una serata così importante. Quando infatti il suo alter ego Politano – che ha insindacabilmente cominciato la stagione meglio di lui – è stato costretto al cambio per infortunio, il duo Spalletti-Domenichini ha preferito, nonostante la poca esperienza, mandare in campo Alessio Zerbin piuttosto che il messicano. Probabilmente perché considerato più bravo nella fase difensiva, visto che in pre season ha fatto anche il terzino. O forse anche per il fatto che il Chucky s’è allenato con poca continuità la scorsa settimana, a causa di un’influenza che l’ha costretto a saltare la trasferta scozzese di Champions.

Eppure la rabbia di Lozano ci può anche stare. Non è il caso di ingigantire (anche perché poi la cosa è rientrata immediatamente), né di criminalizzare. Ci può stare, soprattutto in un momento in cui il messicano si vede superato nelle gerarchie, tormentato da problemi e problemini, criticato anche legittimamente a destra e manca per alcuni gol sbagliati (quello di Firenze su tutti). E ci può stare anche perché, col senno di poi, la scelta del cambio di Spalletti e Domenichini si è rivelata discutibile visto che proprio dal lavoro di copertura non eccellente dell’ex Frosinone su Theo Hernandez sono poi nati i due principali pericoli corsi dalla difesa del Napoli negli ultimi minuti: prima il gol del pareggio di Giroud e poi la traversa di Kalulu. Insomma, è un errore di valutazione che poteva cambiare il risultato e per fortuna non è andata così. Ovviamente non abbiamo la controprova che con Lozano sarebbe andata meglio.

Ma torniamo a noi: la rabbia ci può stare. Ed anzi, a patto che la trasformi in tensione agonistica, per il Chucky questo fuoco può diventare addirittura un punto di (ri)partenza. Lozano – ed è la principale differenza con Politano – è un calciatore che si esalta proprio nelle montagne russe. Non è sempre uguale. Vive di scatti, di attimi, di accelerazioni, di istinto. Non è uno estremamente brillante dal punto di vista tecnico, è uno che fa la differenza quando mette la sua velocità al servizio di una certa testa. Se non sta sul pezzo, diventa inoffensivo, arruffone. Se però scende in campo con la concentrazione giusta, diventa imprevedibile e tira fuori la stoffa per decidere le partite. L’ha dimostrato, ironia della sorte, soprattutto al secondo anno agli ordini di Gattuso. Chi lo stima – e noi ci iscriviamo a questa lista – è però convinto che il Chucky possa fare molto di più di quanto ha fatto finora. L’augurio è che lo faccia. Al Napoli il miglior Lozano serve. E servirà sempre di più nel corso della stagione.

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