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Giuntoli: «Il popolino può non riconoscere il tuo valore ma a noi interessa rendere il Napoli competitivo»

A KKN: «Kvaratskhelia? È triste dirlo ma la guerra ci ha permesso di pagarlo meno. Meret l’ho visto più sereno, fa sembrare facili le cose difficili»

Giuntoli: «Il popolino può non riconoscere il tuo valore ma a noi interessa rendere il Napoli competitivo»
Db Dimaro (Tn) 24/07/2019 - amichevole / Napoli-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabrizio Giuntoli

Il direttore sportivo del Napoli, Cristiano Giuntoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Kiss Kiss Napoli, ospite della trasmissione “La città del pallone”, condotta da Valter De Maggio.

«Il presidente, Chiavelli, tutto il nostro staff dividono con me i meriti di quello che si fa. Abbiamo fatto un lavoro lungo e importante e il grande applauso va a tutti. Il rinnovamento era già stato fatto dopo il 2019, erano rimasti in 4 su 26, poi abbiamo perso la Champions e l’anno scorso l’abbiamo centrata. Abbiamo cercato di ripartire con un progetto che potesse dare continuità anche in senso economico per essere più sereni anche nei ragionamenti. Un tifoso napoletano dovrebbe essere orgoglioso di quello che sta facendo la famiglia De Laurentiis, hanno dimostrato grande capacità imprenditoriale».

Come si scopre un Kvaratskhelia?

«Arrivano tante segnalazioni che valutiamo, poi negli anni c’è sempre stato un interessamento. In passato chiedevano troppo, abbiamo aspettato il momento giusto, lo scoppiare della guerra, purtroppo, che ci ha permesso di avere un canale meno costoso e siamo riusciti a portarlo a casa».

Ci vuole tempo quando si procede ad un rinnovamento?

«C’è bisogno di tempo per essere competitivi, il mister deve conoscere bene i calciatori, ci vuole un po’ di pazienza».

Questo è il Napoli di Giuntoli. Sente sua questa squadra? Dove può arrivare?

«Non è il Napoli di Giuntoli, ma di De Laurentiis, di Spalletti, di Giuntoli e di chi lavora con noi. Scremare una rosa e trovare i giocatori giusti è difficile, il popolino può non riconoscerti delle cose ma a noi non interessa, ci interessa che è competitivo come gli altri Napoli. Ogni calciatore ha una sua storia, non potete sapere cosa c’è dietro ognuno di loro, le richieste, i rinnovi, altrimenti Marotta, che aveva Bonucci, Nedved e altri quindici anni con loro era la Juve di Moggi? Non sarebbe corretto».

Come sta Osimhen? Quando rinnova Meret?

«Osimhen ha un piccolo fastidio all’adduttore, non c’è lesione, solo affaticamento, deve gestirlo col dottore e decidere poche ore prima della partita se rischiare o meno. Per quanto riguarda Meret, abbiamo sempre puntato su di lui, ha avuto un sacco di infortuni, l’anno scorso ha perso due volte 40 giorni, quando lo comprammo restò fermo 4 mesi. Con Ancelotti ha fatto quasi sempre il titolare, poi per gli infortuni e l’ossessione del gioco da dietro, su cui si sta impratichendo, è diventato un giocatore molto importante. In primavera avevamo quattro in scadenza, siamo arrivati a un punto che o rinnovavano o dovevano essere ceduti, a sei mesi dalla scadenza non sei proprietario del cartellino, così avendo un ottimo rapporto col Paris, che cercava uno come Fabian, abbiamo fatto quasi un accordo, riferito a Navas e lui ha detto perché no, dopo non ci potevamo più tirare fuori, quando abbiamo capito che Navas non era più possibile per il disguido che c’era tra loro, ma siamo stati bravi e fortunati a vendere lo stesso Fabian Ruiz. Sul rinnovo, il procuratore ha sempre detto che voleva vedere chi arrivava come portiere e poi decideva, ora che ha la titolarità credo non ci siano problemi, quando l’agente tornerà dalle vacanze parleremo».

Su Ronaldo:

«E’ brutto spegnere i sogni dei tifosi, ma non c’è mai stata una vera e propria trattativa, siamo molto legati ai nostri calciatori, riteniamo la squadra molto competitiva».

Dove può arrivare questo Napoli?

«Non si deve porre obiettivi, ma provare a vincere tutte le partite, provarci, il Napoli sa che può essere competitivo contro chiunque»

A proposito di Meret.

Meret nelle ultime tre partite l’ho visto più sereno. Meret in porta è il più bravo degli ultimi anni. Quella parata su colpo di testa di Felipe Anderson sembra facile ma non è facile, salta 70 centimetri da fermo, ha una grande elasticità nel coprire la porta.

Liverpool

«Partita molto difficile anche se ultimamente sembra in difficoltà e nelle ultime due partite l’abbiamo battuto. Sarà difficile anche per loro».

Ndombele

«Nell’agonismo fa un po’ fatica perché gli manca la partita. Dev’essere bravo il mister a inserirlo gradualmente. Lo conoscevamo, sia lui sia il suo entourage, perché lo avevamo già trattato in passato e il rapporto col Tottenham ci ha aiutato. Se ha grande condizione può giocare anche a due, in questo momento meglio a tre, può dividere il campo con altri giocatori. Può fare la mezz’ala nel 4-3-3. Abbiamo diritto di riscatto anche se è molto alto».

«Tutti i calciatori fattibili erano prime scelte».

Raspadori.

«Volevamo un giocatore in grado di sostituire Mertens, sapevamo che lui voleva venire e questo ci ha rafforzato nel farlo venire alle nostre condizioni».

Zielinski

«Ci auguriamo che possa fare il salto di qualità finale, lo ha nelle corde. L’anno scorso non ha fatto benissimo. Nel centrocampo liquido può andare a occupare quegli spazi che si creano».

«Ho un grandissimo rapporto con la famiglia De Laurentiis, con lui, Chiavelli, sono a mio agio. Spalletti è un mio compaesano, abita vicinissimo a casa mia, parla come me, mi trovo molto bene con lui».

«Ci sono squadre molto attrezzate. La uve ha fatto grande campagna acquisti, come la Roma, Inter e Milan sono molto forti, la Lazio ha fatto una partenza incredibile. È un condominio aperto».

Il contratto di Giuntoli col Napoli scade nel 2024.

«Il mio rinnovo? Il mio cartellino è pari allo zero».

I cori contro Napoli.

«Napoli è una città straordinaria, anche se c’è la pressione è pressione che ti fa sentire vivo. Sino molto deluso dai cori però mi sento orgoglioso perché vuol dire che diamo fastidio a tutti e siamo forti.

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