Alla Gazzetta: «Resti quello che scommetteva e vendeva le partite. Ma io lo sapevo… Il mondo del calcio è a sé, forse in qualche modo do fastidio».

La Gazzetta dello Sport intervista Beppe Signori. Dopo dieci anni, un anno fa, ha ottenuto finalmente l’assoluzione dalla condanna di implicazione nel calcioscommesse. Ma in 12 mesi non gli sono mai arrivate offerte dal mondo del calcio.
«Zero assoluto, nonostante abbia conseguito il patentino di allenatore a Coverciano nel 2010. Purtroppo in Italia siamo tutti moralisti e anche se vieni assolto ti rimane addosso un alone, resti quello che scommetteva e vendeva le partite. Ma io lo sapevo… Il mondo del calcio è comunque a sé, quando ne sei fuori per una motivazione come la mia c’è molta paura a farti rientrare, forse in qualche modo do fastidio».
Neanche in qualche settore giovanile?
«Purtroppo no e io accetterei qualsiasi proposta con entusiasmo, mica pretendo la Serie A! E di certo non guarderei l’aspetto economico».
Adesso che cosa sta facendo?
«Mi sto organizzando per aprire la mia accademia, la Signori 188, che sono i gol che ho fatto in Serie A. Era una cosa che avevo lì nel cassetto, se non fossi riuscito a trovare una squadra. Non voglio stare ancora fermo, ora basta».